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Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, hanno chiesto al neoministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, un incontro urgente per la vertenza Sanac, l’azienda controllata dallo stesso Mise e attualmente in amministrazione straordinaria. “Bisogna intervenire al più presto – scrivono i sindacati – per salvaguardare i livelli occupazionali, oltre che un pezzo fondamentale dell'economia nazionale rappresentata dalla siderurgia, di cui Sanac rappresenta un pilastro fondamentale”.
Nella lettera, le tre sigle di categoria hanno ricostruito la lunga e complessa vicenda legata all’azienda, che fornisce materiali refrattari fondamentali per i processi di produzione di acciai, lavorando per quasi il 60% del suo fatturato per lo stabilimento Acciaierie d'Italia di Taranto. “Dopo le vicende legate al gruppo Riva e al colosso franco-indiano di Arcelor Mittal – spiegano – la vicenda è ancora in sospeso. Ad oggi, è stato emesso un terzo bando di gara per il quale, come termine per la presentazione delle manifestazioni d'interesse, è indicato il 7 novembre prossimo. Il problema è che non ci sono certezze rispetto alle prospettive produttive del gruppo, mentre si acuiscono le preoccupazioni circa le ricadute occupazionali, le cui conseguenze potrebbero avere effetti su diversi territori nazionali, visto che l’azienda ha stabilimenti nelle province di Vercelli, Savona, Massa Carrara e Cagliari”.
Le organizzazioni sindacali giudicano 'incomprensibile' il comportamento di Acciaierie d'Italia (l'attuale gestore degli impianti siderurgici ex Ilva) che da azienda partecipata dallo Stato attraverso Invitalia: “Ha deciso in maniera unilaterale di non rifornirsi di materiale refrattario dalla Sanac da circa un anno, e che ha un debito con Sanac di circa 23 milioni. È intollerabile questo atteggiamento – accusano - che mira esclusivamente a penalizzare un'azienda che da 60 anni lavora per le acciaierie italiane e che ha delle professionalità di altissimo profilo e che potrebbe emergere nel mercato globale dei refrattari e non solo a livello nazionale”.
Nonostante la situazione, Sanac ha conseguito risultati eccellenti dal punto di vista economico e produttivo, chiudendo il bilancio con quattro milioni di utili, +20% di produzione con + 30% di fatturato e con la stabilizzazione di 12 lavoratori. “Il completo disinteresse da parte delle istituzioni ha aumentato il disagio tra i lavoratori in virtù del massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali e a una mancanza di prospettiva futura. Un vero cortocircuito, per cui un'azienda partecipata dallo Stato in questo modo condanna e penalizza un'altra azienda amministrata dallo Stato”, concludono i sindacati.