“Per, non contro”. Questo potrebbe essere uno degli slogan della seconda Conferenza nazionale autogestita per la salute mentale. Al Centro congressi Frentani il 6 e 7 dicembre si vedranno operatori e operatrici, familiari, associazioni, organizzazioni sindacali.

Secondo quanto dichiarano gli organizzatori, “la Conferenza vuole riproporre uno stato di mobilitazione sociale PER sostenere rivendicazioni chiare, PER affermare il diritto alla tutela della salute mentale e alle cure, PER costruire alleanze e strategie di promozione dei diritti, PER riportare speranza e ricondurre all’ottimismo delle pratiche reali di emancipazione”.

La mobilitazione sociale

Nel 1978 – l’anno delle grandi riforme tra le quali la legge 180 quella che aprì le porte dei manicomi –Marco Cavallo, la statua di cartapesta costruita dai pazienti istituzionalizzati nel manicomio di Trieste, si riprese la libertà e si confuse nelle strade della città insieme a tutti gli altri cittadini. Molti, su spinta di Franco Basaglia parteciparono alla mobilitazione di lavoratori e lavoratrici, cittadini e cittadine che spinsero il Parlamento ad approvare la 180 – appunto –, ma anche la legge che istituì il Servizio sanitario nazionale.

Oggi come allora, secondo gli organizzatori della Conferenza, c’è bisogno di mobilitazione sociale per riprendersi i diritti che sono stati tolti e per impedire che altri vengano sottratti.

L’arretramento di diritti

Quando quelle porte dei manicomi si aprirono i pazienti tornarono a essere titolari di diritti e pienamente cittadini – ancorché con disturbi e malattie mentali –. La riforma prevedeva e prevede tutt’ora la creazione di servizi territoriali e strutture di accoglienza e cura in grado di rispondere ai bisogni di salute mentale e la restituzione dei diritti. Per un po’ le cose, anche se a fatica, funzionarono, poi i tagli e le difficoltà sono diventanti prevalenti. Scrivono, infatti, i promotori della Conferenza nel Manifesto che la convoca: “Sappiamo bene che la riforma ha sofferto di una mancata applicazione uniforme nel Paese, ma riconosciamo la forza e l’attualità del pensiero e dell’opera di Franco Basaglia e di quanti, tra operatori, familiari e cittadini, si sono spesi in tutti questi anni per creare processi liberatori ed emancipativi realizzando possibilità di cura nei luoghi di vita delle persone”

Squarciare il velo di silenzio

Da questa convinzione nasce la due giorni romana. Decine di associazioni – tra cui  Cgil e Spi Cgil – impegnate nel sociale e nella tutela della salute, dopo aver svolto decine di assemblee territoriali, hanno deciso di autoconvocare la seconda Conferenza nazionale per squarciare il velo di silenzio che è calato sulla situazione di arretramento drammatico non solo dei servizi e per denunciare anche “la debolezza culturale, organizzativa e di risorse dei dipartimenti di salute mentale che espone sempre più le persone con sofferenza, i loro familiari e la comunità tutta a una condizione di abbandono, a prestazioni frammentate, per lo più farmacologiche, all’internamento in strutture residenziali istituzionalizzanti e cronicizzanti”.

E per di più lo stato del Servizio sanitario nazionale rende ancora più difficile l’accoglienza e la cura delle persone fragili.

Riprendiamoci i diritti

Le decine di associazioni promotrici dell’iniziativa hanno definito un vero e proprio Manifesto PER valutare le politiche e lo stato dei sevizi e rilanciare il diritto alla tutela della salute mentale e alle cure. Il programma delle due giornate e davvero intenso, l’apertura è prevista per le 9.30 del 6 dicembre ed è affidata a Giovanna Del Giudice e a Cristiano Zagatti del Coordinamento nazionale salute mentale Cgil. Molto ricco e variegato il parterre degli interventi, tra gli altri, Tania Scacchetti, segretaria generale dello Spi Cgil; Flavio Lotti, presidente della Fondazione Perugia/Assisi; Dévora Kestel, Organizzazione mondiale della sanita; Maria Grazia Giannichedda, Coordinamento nazionale salute mentale; Nerina Dirindin, Coordinamento salute mentale; Rosy Bindi, già ministra della Salute. È previsto un messaggio di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera.

Infine, nel centenario della nascita di Franco Basaglia, la conferenza intende rilanciare uno stato di mobilitazione sociale, come quello che portò alla riforma del ’78, per affermare e promuovere il diritto alla tutela della salute mentale e alle cure.

Il programma completo della II Conferenza per la Salute mentale