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La situazione di instabilità politica e istituzionale di questi giorni fa male al Paese, ai cittadini e alle cittadine già duramente colpiti dalla pandemia. In questi mesi hanno fatto sacrifici che rischieranno di andare persi. Soprattutto avevano e hanno bisogno di sentire e sapere che sforzi e sacrifici fatti e quelli che ancora si dovranno fare termineranno e ci sarà una prospettiva differente. Ci sarebbe bisogno di sicurezza. E invece l’instabilità politica determina insicurezza. È stato un anno faticoso per tutti, sia dal punto di vista della tenuta del Sistema sanitario nazionale, sia da quello della tenuta delle reti e dei servizi nazionali e locali di assistenza sociale, da quelli per gli anziani a quelli per fronteggiare la povertà. O ancora pensiamo alle scuole che aprono a singhiozzo.
L’insicurezza determinata dal coronavirus non è per nulla terminata. Per questa ragione ora dovrebbe essere il momento della stabilità, per affrontare con rapidità ed efficienza il piano vaccinale, contenere la pandemia che non finirà nelle prossime settimane e dare risposte a quei lavoratori e lavoratrici che a causa del coronavirus sono in difficoltà economica. Occorre fronteggiare con strumenti innovativi e tempestivi il diffondersi della povertà. Irresponsabilmente, invece, si è deciso di mettere in discussione l’esperienza di governo, tutto ciò aumenta il disagio di cittadine e cittadini. E soprattutto fa aumentare la distanza dalla politica e dalle istituzioni. Serve un governo stabile, che, coinvolgendo di più le parti sociali, sappia meglio di prima rispondere ai bisogni delle persone e, soprattutto, sia in grado di gestire gli oltre 200 miliardi del Recovery Fund. Serve stabilità e serve credibilità, in Italia e in Europa.