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Lo Spi Cgil milanese ha seguito nella notte la tragedia della Rsa nel quadrante Sud di Milano, dopo Corvetto, una struttura nota, una delle prime colpite duramente dal Covid, quando la pandemia fece strage nelle case di riposo.
“Abbiamo testimoniato immediatamente la nostra solidarietà alle famiglie, sconvolte dalla notizia”. A dirlo a Collettiva è Massimo Bonini, da pochi giorni eletto segretario generale dello Spi Cgil di Milano, dopo aver guidato la Camera del Lavoro nei precedenti otto anni. “Ci sono gli accertamenti in corso, occorre muoversi con prudenza in attesa dell’esito delle verifiche. Ci siamo messi a disposizione, sia delle famiglie delle vittime, sia di chi è ricoverato nella struttura e dovrà essere trasferito per i danni creati dal rogo e per tutte le criticità che inevitabilmente sorgeranno. Cerchiamo comunque di essere sul campo per dare prima di tutto una mano concreta e dare tutta l’assistenza che possiamo a chi ha bisogno. Siamo in collegamento con chi gestisce la struttura: la casa di riposo è del Comune ma è gestita da privati”.
È troppo presto per capire colpe e responsabilità di una tragedia che comunque, certamente, poteva essere evitata, ma qual è il segnale per la città? “Sicuramente – commenta Massimo Bonini – è un sintomo delle disuguaglianze che continuano a proliferare a Milano, tra la parte ricchissima e chi ha bisogno. È arrivato da tempo il momento di mettere al centro del dibattito cittadino la condizione degli anziani. Sono 100mila gli over 80. E allora è importante parlare delle opportunità della scintillante Milano per i giovani, ma è decisivo anche riflettere sui servizi e sulle tutele da mettere a disposizione degli anziani. Avvieremo un’indagine su quella che è la condizione di questa parte della popolazione”.
Il commento di Cgil-Fp Lombardia e Cgil-Fp Milano
"Esprimiamo il nostro sgomento per l'immane tragedia, insieme alla vicinanza e solidarietà alle famiglie delle vittime e alle persone tutte della Rsa, dagli anziani ospiti alle lavoratrici e ai lavoratori". Così la Cgil e Fp Cgil Lombardia, la Cgil e la Fp Cgil Milano: "Al dolore per l’accaduto, si unisce la ferma richiesta di individuare le responsabilità, facendo luce sulla vicenda".
"A prescindere dalla dinamica dell'incendio di stanotte - argomentano le strutture sindacali - il lutto che ha colpito la città di Milano non può e non deve riguardare soltanto le vittime, ma deve far riflettere e interrogare, istituzioni in testa, rispetto alle condizioni di lavoro e sicurezza nelle case di riposo che operano troppo spesso con risorse limitate e carichi di lavoro pesantissimi per le operatrici e gli operatori, impegnati ogni giorno nel loro lavoro di cura con una professionalità e abnegazione che spesso fa la differenza nella resa dei servizi. La salute e sicurezza delle persone che vivono e lavorano nelle Rsa, la salvaguardia della loro dignità e incolumità, devono essere sempre una priorità".
Cosa sappiamo della tragedia
Sono sei le persone che hanno perso la vita nell'incendio divampato alla 1.20 di notte a Milano, nella struttura residenziale per anziani Casa per Coniugi (in via dei Cinquecento, nel quartiere Corvetto). I feriti sono 80: due sono gravi e sono stati trasportati in codice rosso al Policlinico e al San Raffaele, mentre altri 14 in codice giallo e 64 in codice verde sono stati distribuiti in 15 diverse strutture ospedaliere di Milano e hinterland.
Due donne di 69 e di 86 anni, Nadia Rossi e Laura Blasek, che occupavano la stessa stanza (la 605 del Nucleo 6) della casa di riposo, sono morte carbonizzate per le fiamme divampate da un letto. Le altre quattro vittime, tre donne di 75, 84 e 85 anni (Paola Castoldi, Loredana Labate e Anna Garzia) e un uomo di 73 anni (Mikhail Duci), sono decedute per intossicazione a causa del fumo che ha invaso il corridoio e le altre stanze.
L’incendio è partito da una stanza al primo piano della struttura, dove appunto sono state trovare le prime due vittime carbonizzate. Il rogo, che si è limitato a quella sola stanza, ha però generato un'enorme quantità di fumo, all'origine della causa del decesso degli altri quattro pazienti. L'intervento di soccorso sanitario è stato effettuato dall'Azienda regionale emergenza urgenza (Areu) con 15 ambulanze, tre automediche e due mezzi di coordinamento. Sul posto sono intervenuti anche i Vigili del fuoco, le forze dell'ordine e la Protezione civile.
“Siamo intervenuti con quattro squadre che si sono trovate davanti una situazione complicata da gestire”, spiega il comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Milano Nicola Miceli: “Il corridoio era invaso dal fumo e delle fiamme che fuoriuscivano da una stanza in particolare. Da un lato ci siamo concentrati sullo spegnimento delle fiamme, dall'altro abbiamo cercato di portare in salvo il maggior numero di persone possibile. Un contesto complicato reso dalla mancanza di visibilità per il fumo e per il fatto che parliamo di ospiti in parte non deambulanti”.
“C'è un fascicolo aperto, le indagini sono in corso. Ci vorrà tempo per ricostruire le cause e fare chiarezza su quello che è accaduto”. Così il procuratore capo di Milano Marcello Viola dopo il sopralluogo alla casa di riposo, aggiungendo che “non ci sono elementi per pensare al dolo”. Le indagini sono state affidate al Nucleo investigativo antincendio territoriale (Niat) dei Vigili del fuoco di Milano.
“Con sei persone decedute in una struttura si apre un fascicolo per omicidio colposo plurimo. È un'ipotesi di partenza che si dovrà poi verificare”. A dirlo è la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, responsabile del dipartimento “Tutela della salute, dell'ambiente e del lavoro” al termine del sopralluogo. “Con certezza – ha proseguito – si può dire che il punto di origine dell'incendio si localizza in un letto perché i danni maggiori da combustione sono in quel posto. Non è possibile dire adesso quale sia l'innesco vero e proprio”.
Casa per Coniugi è una residenza per anziani istituita nel 1955 e gestita da Proges - Società cooperativa cociale (come emerge nel sito web della struttura), destinata ad accogliere anziani - i posti letto accreditati sono 210 - con vari livelli di non autosufficienza, che non necessitano di specifiche prestazioni ospedaliere. Possono essere ospitati anche adulti con patologie assimilabili a quelle geriatriche. La residenza si sviluppa in un edificio su tre piani ed è suddivisa in 12 nuclei (di cui due nuclei Alzheimer).