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Una violenta rivolta è scoppiata nella serata del 17 agosto presso il carcere di Bari, coinvolgendo una sezione occupata da detenuti comuni. Le tensioni, esplose intorno alle 20, hanno portato al ferimento di un agente di polizia penitenziaria e al sequestro temporaneo di un infermiere, poi rilasciato. Durante la sommossa, i detenuti hanno dato fuoco a materassi e coperte, rendendo necessario l’intervento di ulteriori forze di polizia e il richiamo del personale in servizio per ripristinare l’ordine.
A ricordare l’accaduto in una nota è la Fp Cgil pugliese, nella quale si ricorda come il sindacato abbia ripetutamente lanciato l’allarme riguardo alla situazione critica delle carceri pugliesi. La regione, infatti, detiene il triste primato del sovraffollamento carcerario sommata alla grave carenza di personale di polizia penitenziaria. "La situazione che era già insostenibile – si legge nella nota – e la rivolta non è affatto inaspettata”.
Del resto, i dati forniti dalla Fp Cgil parlano chiaro: al 31 luglio, il carcere di Bari contava 388 detenuti, a fronte di una capienza di 294, con solo 221 agenti in servizio rispetto ai 258 previsti in organico. Situazioni simili si riscontrano anche in altri istituti della regione, come il carcere di Foggia, con 672 detenuti su una capienza di 364, e un organico di polizia penitenziaria inferiore a quanto necessario. Anche a Taranto, la situazione è altrettanto preoccupante, con un numero di agenti dimezzato rispetto alle esigenze.