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Diceva Benito Mussolini il 17 ottobre 1932 nel ‘Decennale della Rivoluzione’:
È tempo di dire una cosa che forse sorprenderà voi stessi, e che, cioè, fra tutte le insurrezioni dei tempi moderni, quella più sanguinosa è stata la nostra. Poche decine di morti richiedette l’espugnazione della Bastiglia, nella quale di prigionieri politici non c’era più nessuno. Le migliaia, le diecine di migliaia di morti vennero dopo, ma furono volute dal Terrore. Quanto poi alle rivoluzioni contemporanee, quella russa non è costata che poche decine di vittime. La nostra, durante tre anni, ha richiesto vasto sacrificio di giovane sangue, e questo spiega e giustifica il nostro proposito di assoluta intransigenza politica e morale. Siamo alla fine del primo decennio. Voi non vi aspetterete da me il consuntivo. Io amo piuttosto di pensare a quello che faremo nel decennio prossimo. Del resto basta guardarsi attorno, per convincersi che il nostro consuntivo è semplicemente immenso. Ma avviandoci al secondo decennio occorrono delle direttive di marcia. (...) Occorre fascistizzare ancora più quelli che io chiamo gli angoli morti della vita nazionale, non farsi troppo assorbire dalla ordinaria amministrazione fino al punto di rinunciare a quella che è la gioia e l’ebbrezza del rischio; essere pronti a tutto quello che può costituire il compito più severo di domani.
In un discorso ridondante e carico di retorica, il Duce si rivolge alla piazza romana e rievoca l'ara del Milite ignoto che "è il simbolo dell’Italia una, vittoriosa, fascista, una dalle Alpi di Aosta romana fino al mare di Trapani, che vide la disfatta delle navi cartaginesi. Egli è la testimonianza suprema di ciò che fu, la certezza infallibile di ciò che sarà!"
La testimonianza di ciò che fu, la certezza infallibile di ciò che sarà: morti, tanti, troppi morti e la perdita costante e crescente della libertà. “Mussolini ha fatto anche cose buone”. Quante frasi tipo questa leggiamo ogni giorno sui social network? Quante frasi tipo questa ascoltiamo quotidianamente in televisione, sull’autobus, per strada?
Mussolini non ha fatto cose buone, chiariamolo ancora una volta, sperando sia quella definitiva. Tra partigiani e soldati italiani sono caduti combattendo durante la Seconda guerra mondiale almeno 300 mila uomini. Le donne partigiane combattenti sono state 35 mila. 4653 di loro sono state arrestate e torturate, oltre 2750 deportate in Germania, 2812 fucilate o impiccate, 1070 cadute in combattimento. Durante la Resistenza le vittime civili di rappresaglie nazifasciste sono state oltre 10000. Ancora di più gli ebrei italiani deportati.
Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 solo nella valle tra il Reno e il Setta (tra Marzabotto, Grinzana e Monzuno), i soldati tedeschi con la complicità degli italici fascisti hanno massacrato circa mille persone. Non è stato Mussolini a dare la pensione agli italiani, non ha istituito la tredicesima, non ha attivato la cassa integrazione e non ha dato una casa a ogni italiano. Il duce era razzista e non amava le donne che sotto il fascismo saranno discriminate e demansionate. No - ripetiamolo ancora una volta - Mussolini non ha fatto anche cose buone. E se per caso i treni arrivavano in orario probabilmente era perché la censura non permetteva a nessuno di raccontare il contrario!