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Monitorava la posizione dei suoi rider anche al fuori dall’orario di lavoro, ed è per questo che è stata multata dal Garante della privacy. Glovo, o meglio la Foodinho srl, si è vista comminare una sanzione di 5 milioni di euro per aver trattato illecitamente i dati personali di oltre 35 mila ciclofattorini attraverso la sua piattaforma digitale. L'Autorità ha anche impartito specifiche prescrizioni e ha vietato l'ulteriore trattamento dei dati biometrici, il riconoscimento facciale, usati per la verifica dell'identità.
L’indagine è partita dopo la morte di Sebastian Galassi avvenuta per un incidente stradale a Firenze nel 2022, mentre stava facendo una consegna per la società di delivery. Due giorni dopo l’azienda disattivò l’account del giovane rider con un messaggio, sulla base di dati ricavati dalla sua illegittima geolocalizzazione.
“Oltre alla sanzione, il Garante ha posto una serie di prescrizioni per cui la piattaforma dovrà rivedere i contenuti delle comunicazioni verso i rider in caso di blocco dell’account – afferma Mattia Chiosi di Nidil Cgil Firenze e Toscana -. Inoltre, vieta l’uso del riconoscimento facciale da parte della piattaforma, che non potrà tracciare mediante Gps gli spostamenti fuori dal rapporto di lavoro. Emerge ancora una volta il lato oscuro delle piattaforme, che si esprime anche in altro modo: l’effetto discriminatorio dei punteggi di eccellenza e l’impossibilità di contestare i meccanismi di valutazione connessi a questo, la discriminazione di fronte a messaggi perentori che di fatto licenziano il rider senza dargli la possibilità di rispondere alla contestazione”.
“Questo pronunciamento va a sostegno delle nostre lotte a tutela dei rider – prosegue Chiosi - e va nella direzione delle tante azioni, mobilitazioni, cause, vertenze, scioperi, messe in campo. Crediamo fortemente che ciascuno degli atti che smantellano pezzi del sistema messo in piedi sia positivo e dia ragione alla battaglia dei tanti ciclofattorini che lavorano nelle nostre città. Per quanto le piattaforme non vogliano affrontare il tema della riqualificazione contrattuale, ogni nuovo passo va nella direzione che crediamo giusta e cioè quella della difesa dei rider, parte fragile nel rapporto tra multinazionale, ristoratori e clienti finali”.