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Niente più "via maestra" a scuola: quella della Resistenza e della Costituzione fatte "vivere" nel racconto di partigiani e storici. Questo accadrà se l'accordo tra Anpi e ministero dell'Istruzione, che scade giovedì, non verrà confermato, cosa che Valditara pare non sia minimamente intenzionato a fare. Paese senza memoria, dunque, nonostante gli sforzi che tanti insegnanti fanno ogni giorno in classe e che dovranno dunque battersi con un nemico ancora più forte dell'oblio: la cattiva volontà politica.
Come spiega l'Anpi grazie a quell'accordo (voluto da Carlo Smuraglia e dalla ministra Carrozza) quei valori venivano trasmessi non solo dai libri, ma dalla voce diretta dei protagonisti, i partigiani, con gli ideali di "democrazia, libertà, solidarietà e pluralismo culturale”.
Tra l'altro, dice Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’Anpi, “non c’è nessun onere o passaggio di denaro. Si tratta di organizzare un piano di presenza nelle scuole, temi, concorsi dibattiti che coinvolgono storici e costituzionalisti. La cosa più grave è il segnale politico. Al centro dei nostri approfondimenti c’è la Costituzione, non l’Anpi. Non credo ci si possa accusare di parzialità, a meno che non mi dicano che ci vuole anche la testimonianza dei reduci di Salò”.
A favore del rinnovo dell'accordo scende in campo anche la Flc Cgil. "Riteniamo molto grave il fatto che il ministero dell’Istruzione non abbia ancora rinnovato quello che da quasi dieci anni è un accordo con l'Associazione nazionale partigiani per portare nelle scuole italiane lezioni e dibattiti con partigiani, storici e giuristi, sui valori e gli ideali espressi nella Costituzione repubblicana", osserva la segretaria generale Gianna Fracassi.
Che aggiunge: "I valori della Resistenza e della Costituzione appartengono a tutte e tutti e sono alla base di un’istruzione che, così come la Carta prescrive, ha come compito principale quello di formare cittadine e cittadini consapevoli. Ci auguriamo dunque, che il Mim sblocchi al più presto il rinnovo dell’accordo e che il ruolo fondamentale dell’Anpi nella storia e nella memoria del Paese, non venga piegato a pessime logiche politiche di parte".
L'Anpi non si arrende. L'associazione ha inviato due lettere: una al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e l’altra alla presidente del Consiglio Giorgia Melon, manifestando disappunto per la mancanza di risposte dal governo.
L'intesa tra Anpi e ministro risale al 2014 e, si legge nelle lettere, “attesta la volontà condivisa di promuovere e sviluppare iniziative di collaborazione e di consultazione permanente per realizzare attività programmatiche nelle scuole e per le scuole, volte a divulgare i valori espressi nella Costituzione repubblicana e gli ideali di democrazia, libertà, solidarietà e pluralismo culturale”,
E ancora:“Lo sconcerto a fronte del silenzio del ministro deriva dalla consapevolezza di avere agito in tutti questi anni con disinteresse e serietà (come può essere comprovato dai funzionari ministeriali con cui la nostra associazione ha intrattenuto costanti e proficui rapporti di collaborazione), e di avere contribuito con il nostro impegno a migliorare e arricchire la qualità dell’offerta formativa del sistema scolastico pubblico”.
Alle ultime iniziative hanno partecipato storici del calibro di Giovanni De Luna, Isabella Insolvibile, Mimmo Franzinelli, Giulia Albanese e non sono mancati i concorsi (“Dalla Resistenza alla cittadinanza attiva” o “Dalla Resistenza alla Costituzione” e “Eguaglianza e pari dignità sociale, conquista della democrazia”). Tutte attività che hanno coinvolte le scuole di ogni ordine e grado, dalle elementari alle superiori, e che, sottolinea Pagliarulo, non si fermeranno in ogni caso, ministero o meno, anche se il colpo inferto al percorso intrapreso sarebbe molto duro.