La Grande Ambizione della Cgil è portare oltre 25 milioni di persone a votare per i referendum e di promuovere, a questo fine, una vasta e approfondita discussione collettiva sui temi del lavoro e della libertà. È una sfida complessa perché il contesto è caratterizzato da un clima sociale che può condizionare negativamente lo svolgimento di un largo confronto democratico. Il clima sociale è perturbato da: paure per il futuro; sfiducia diffusa; abitudine radicata a forme di discussione superficiali e fortemente polarizzate; frantumazione e riarticolazione delle aggregazioni sociali.

Tutti questi elementi possono condizionare in modo significativo i tradizionali processi di costruzione di senso a livello individuale, del consenso e di mobilitazione delle energie e ostacolare la possibilità di una grande partecipazione democratica alle decisioni che riguardano il Paese.

In questo contesto diventa fondamentale il ruolo che possono giocare le delegate e i delegati, le funzionarie e i funzionari e le loro modalità comunicative nei momenti formali ed informali, ovvero il modo con cui parlano e si relazionano con le lavoratrici e i lavoratori ma anche amiche/i, i parenti e i conoscenti. Per avvicinare le persone e attivare delle discussioni di valore in contesti di sfiducia, paura o rabbia, occorrono:

  • impegno ed energia da parte di tutti gli attori coinvolti;
  • una capacità di argomentare in modo empatico, per proporsi in modo positivo e non polarizzante, per creare sintonia e, quindi, disponibilità all’ascolto;
  • una capacità di gestire in modo positivo i possibili elementi conflittuali che possono emergere nelle conversazioni, tale da porsi in modo gentile e autorevole.

Per sviluppare le capacità di comunicazione e relazione è strategico avviare un progetto di formazione che coinvolga, attraverso un processo articolato, una vasta platea di delegate/i, funzionari/e, dirigenti, a partire dalla formazione delle formatrici e dei formatori. Il progetto, che si avvierà il 27 novembre, assume i seguenti obiettivi:

  • mobilitare l’energia e la voglia di tutte le persone coinvolte a sentirsi parte attiva della sfida e a incontrare e confrontarsi con impegno con il maggior numero di persone possibile;
  • comprendere e condividere come e perché il filo rosso narrativo delle argomentazioni a sostegno della mobilitazione sia il tema della libertà; una libertà consapevole, responsabile e riconoscibile, che si esprime nel perimetro dei diritti, compreso il diritto di poter decidere andando a votare;
  • acquisire e allenare abitudini comunicative basate sulla capacità di argomentare e relazionarsi in modo empatico e valorizzante, ovvero a partire dai bisogni dei propri interlocutori invece che dalle proprie convinzioni.

Il percorso formativo avrà la tipica forma dei processi “a cascata” e prevede due step: formazione delle formatrici e dei formatori e, successivamente, la formazione delle delegate e dei delegati, e la formazione diffusa dell’organizzazione nel suo complesso, in presenza e a distanza.