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Sono già 500 mila le persone che hanno presentato ai Centri di assistenza fiscale la domanda per ottenere il reddito di cittadinanza. E più di 100 mila hanno fissato un appuntamento per gli inizi di aprile. A fine marzo si è conclusa la prima fase della raccolta delle richieste, nei prossimi giorni l’Inps ne inizierà il vaglio. “La capacità organizzativa dei Centri – spiega una nota della Consulta nazionale dei Caf – è stata messa a dura prova e solo l’ultra ventennale esperienza nell’assistenza agli utenti in tutta Italia ha consentito di erogare un servizio preciso e personalizzato e una fruizione dei Centri regolare e ordinata, vista la contemporanea affluenza per tutte le Dsu per l’Isee, richieste per molte altre prestazioni, e la predisposizione della campagna per il modello 730, che partirà tra pochissimi giorni”.
Venerdì 29 marzo il Parlamento ha convertito in legge il decreto, con alcune novità. Sono stati infatti introdotti alcuni nuovi parametri, per determinate tipologie, per l'accesso al reddito di cittadinanza, e sono state previste risorse aggiuntive a favore di alcuni nuclei familiari, con particolare riguardo alle famiglie con disabili. “Questo ha determinato la necessità da parte dell’Inps di una sostanziale modifica del modello di domanda e del relativo processo di invio telematico”, affermano Massimo Bagnoli e Mauro Soldini, coordinatori della Consulta nazionale dei Caf: “A questi adeguamenti delle procedure, introdotti in corsa, i Centri di assistenza fiscale stanno rispondendo con la consueta capacità gestionale e, soprattutto, con l’attenzione e il rigore che portano a non penalizzare in alcun modo i cittadini, anche se saranno inevitabili dei disagi per coloro che nei prossimi giorni di rivolgeranno alle nostre strutture”.
La Consulta nazionale dei Caf ha anche divulgato uno studio sugli aspetti numericamente più rilevanti dei richiedenti, realizzato su dieci città campione. Le domande presentate dai maschi sono il 47 per cento, mentre quelle delle donne il 53. Ai Caf si sono rivolti l’8 per cento di under 30, il 75 per cento di cittadini tra i 30 e i 67 anni, il 17 per cento di potenziali pensionati. A chiedere il reddito di cittadinanza sono stati il 91 per cento di italiani (il dato è comprensivo dei cittadini dell’Unione Europea residenti nel nostro Paese) e il 9 per cento di stranieri, anch’essi residenti in Italia.
Nel Nord (Torino, Milano e Venezia come città campione) la suddivisione di genere è pari (50 per cento). I giovani sono il 5 per cento, le persone fino ai 67 anni il 77 per cento e oltre a quell’età il restante 18. Il dato degli stranieri, rispetto alla media nazionale, sale al 12 per cento (88 per cento è la quota di cittadini italiani e comunitari).
Nel Centro (Livorno, Grosseto e Roma) il numero di domande presentato dalle donne è ben il 58 per cento (42 per cento uomini). I richiedenti giovani sono il 4 per cento (il dato più basso del panel), mentre gli over 67 sono il 23, che risulta il dato più alto della rilevazione rispetto all’età. I richiedenti tra i 30 e i 67 anni sono il 73 per cento. Anche il numero degli stranieri risulta essere il più alto: il 18 per cento, a fronte delle domande degli italiani e comunitari all’82.
Nel Sud (Napoli, Bari, Cosenza e Palermo) i giovani under 30 che sono andati agli sportelli dei Caf sono l’11 per cento, gli over 67 il 13, mentre il 76 per cento sono le restanti fasce d’età. Di poco prevalgono le domande presentate dalle donne (il 51 per cento, contro il 49 degli uomini), mentre viene confermato il dato più basso del panel relativamente alle richieste inoltrate dagli stranieri: sono solo il 3 per cento, rispetto al 97 di quelle depositate dagli italiani e dai residenti comunitari nel nostro Paese.