“Abolire il canone Rai è un inganno che danneggia il servizio pubblico radiotelevisivo”. È quanto sostiene Carlo Podda, Segretario generale Slc Cgil di Roma e Lazio in una nota con cui boccia senza appello il disegno di legge presentato da Gianluigi Paragone e Maria Laura Paxia del Movimento 5 Stelle ritenuto “l’ennesimo abuso di potere esercitato da alcuni politici ai danni della Rai”.

“Abolire il canone, il più basso fra tutti i paesi europei, - scrive il numero uno del Sindacato Lavoratori della Comunicazione regionale della Cgil - significa indebolire l’industria culturale italiana a vantaggio dei soli interessi degli investitori privati, e ledere i principi cardine di una governance pubblica: indipendenza, trasparenza, sostenibilità”. 

Infatti, la Slc rigetta l’ipotesi che la Rai possa essere messa alla pari di un’emittente privata, “i cui criteri di gestione - rimarca Podda - ubbidiscono a logiche meramente commerciali che definiscono la programmazione in base agli incassi pubblicitari”, ma ancor più condanna l’uso della azienda di servizio pubblico radiotelevisivo quale “terreno di battaglia politica a meri fini elettorali”.

“L’inganno dell’abolizione del canone Rai - è ancora la valutazione di Podda - si tradurrebbe in una penalizzazione ed in un oggettivo impoverimento per tutta l’utenza e per l’intero paese, ancor più se si guarda ai servizi di pubblica utilità, ai diversamente abili, all’informazione. Solo il finanziamento pubblico - conclude la nota - può assicurare l’esistenza di un reale servizio pubblico”.