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“Le tragiche immagini che arrivano dalla Sardegna ci lasciano sbigottiti e atterriti. Che ancora nel 2021 per incuria e disattenzione si possa permettere che oltre 20.000 ettari brucino in questo modo è inaccettabile e non deve mai più ripetersi. Non è materia sindacale occuparsi delle cause incidentali o dolose della nascita delle fiamme, né quella di valutare le narrazioni giornalistiche che indicavano nel forte vento la causa della loro rapida espansione nelle regioni storiche del Montiferru, della Planargia e del Marghine, ma come Flai Nazionale e Flai Sardegna, non possiamo esimerci da alcune dure valutazioni politiche che come ogni anno, sia d’estate che d’inverno, siamo costretti a rilasciare nella costante sordità dei vari livelli istituzionali”. È così che il sindacato commenta quanto accaduto nelle ultime 48 ore nel territorio di Oristano e la devastazione causata dai roghi: una tragedia annunciata.
“L’abbandono dei territori boschivi e periferici del nostro Paese, l’incuria dell’ambiente montano, la sottovalutazione dei rischi idrogeologici e degli effetti dei cambiamenti climatici, sono sempre più frequentemente causa della cronaca nera del giornalismo locale e nazionale. - scrivono in una nota congiunta le federazioni - La ferita che l’isola oggi si trova a dover curare è figlia di una visione di sviluppo inesistente e nociva per le comunità e la loro prospettiva. Passeranno decenni prima che le aree coinvolte dalle fiamme potranno essere rivissute come in passato, così come la loro storica vocazione a territori di produzione vinicola, oleicola e zootecnica. Qual è il costo reale di tale perdita? Qual è il costo di aver mandato in fumo il ciclo millenario di rapporto tra le comunità e quei territori? Quali saranno i costi degli interventi di spegnimento e bonifica? Riteniamo sia urgente intervenire per un cambio di direzione rapido e radicale. Dobbiamo immediatamente invertire il trend di abitudine alla tragedia, l’ipotesi per cui gli interventi e i soccorsi sono facilmente esigibili solo dopo i disastri e imporre una cultura della prevenzione e della cura, che senza ombra di dubbio sono mancate in questi anni, in Sardegna e non solo. Non vorremmo cadere nella banalità di dover sottolineare che questo è l’unico pianeta di cui disponiamo ma pensiamo che sarebbe stato banale anche prevenire una tale situazione. È necessario anche mettere a disposizione mezzi efficienti e risorse adeguate agli operai forestali, che con il loro lavoro, in queste ore, fanno fronte all’emergenza. Lavoratori, che lo ricordiamo, attendono il rinnovo del contratto collettivo scaduto da nove anni”.
Una denuncia che si conclude con una richiesta pressante: “Chiediamo a gran voce sia al governo nazionale che a quello regionale, di avviare un percorso di riforma della cura dell’ambiente e del territorio. Viviamo in un’epoca in cui quotidianamente qualsiasi incontro politico si esprime intorno al tema della sostenibilità e del verde ma la realtà ci dice come si sia ancora molto lontani da una volontà reale di intervento, altrimenti nessuno sarebbe stato costretto a commentare le immagini di questi giorni. Riteniamo esistano e siano ben organizzate tutte le strutture atte a prevenire situazioni di questo tipo e che non si possa pensare di assistere a tali tragedie solo perché migliaia di ettari di territorio sono lasciati all’incuria dell’uomo. Nell’esprimere la nostra solidarietà alle comunità coinvolte e nell’impegnarci con la giusta rabbia a percorrere qualsiasi ipotesi affinché tragedie come queste non si verifichino più, auspichiamo che per una volta tanto le istituzioni affrontino seriamente e con coerenza i temi della prevenzione ambientale e dei pagamenti ecosistemici”.