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"Il 28 febbraio scadrà il bando per gli interventi previsti dal Pnrr per la valorizzazione economica e sociale dei beni confiscati alle mafie, come da Avviso dell’Agenzia per la coesione territoriale. Siamo molto preoccupati, perché, pur avendo chiesto il 29 dicembre scorso, con una missiva diretta ai prefetti delle cinque province calabresi, a tutt’oggi non abbiamo alcuna notizia sui progetti da presentare né tanto meno siamo stati convocati a partecipare a una qualsiasi attività di confronto in merito alla questione". Ad affermarlo, sono Simone Celebre, segretario generale Fillea Calabria, e Luigi Veraldi, segretario Cgil Calabria, i quali ribadiscono che l’avviso per la coesione territoriale, rivolto alla valorizzazione economica e sociale dei beni confiscati alle mafie all’interno del Pnrr prevede interventi, il cui ammontare complessivo è pari a 250 milioni, da destinare a proposte progettuali, al fine della riqualificazione d'intere aree e beni confiscati alle mafie da destinare a beneficio della collettività.
I due dirigenti sindacali tengono, altresì, a ribadire che per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie si prevede un’assegnazione di 300 milioni per la realizzazione di 200 progetti nelle otto regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) e che in tale contesto le prefetture rivestono un ruolo importante e, nella qualità d'interlocutore istituzionale tra Agenzia e le amministrazioni locali, possono esercitare una decisiva azione di stimolo e sostegno in favore dei comuni nel processo di destinazione dei beni confiscati per il migliore perseguimento delle finalità nel riutilizzo sociale degli stessi.
Nella piena consapevolezza dell’importanza che la valorizzazione dei beni confiscati rappresentano un chiaro segnale della lotta contro la criminalità organizzata, i due sindacalisti ricordano che il 29 dicembre scorso avevano chiesto ai Prefetti di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia di valutare le eventuali attività necessarie e quindi utili per favorire la rigenerazione dei beni ricadenti all’interno delle rispettive competenze territoriali e avevano garantito la loro disponibilità a partecipare ad attività concertatavi, al fine di favorire l’utilizzo delle previste misure: "A oggi, cioè a venti giorni dalla scadenza del bando, esprimiamo la nostra preoccupazione, in considerazione che non abbiamo avuto alcuna notizia in merito né tanto meno siamo stati chiamati a svolgere attività concertativa".