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Meglio tardi che mai. Tuttavia il ministro Valditara dovrebbe ricordare che una proposta per l'introduzione dello psicologo nelle scuole – in maniera strutturata e in relazione con i diversi soggetti che operano sul territorio – già c'è. Ed è stata formulata qualche settimana fa dalla Rete degli studenti medi. Disagio e difficoltà nelle scuole italiane esistono da tempo, da ben prima del bruttissimo episodio che ha visto il ferimento della docente Elisabetta Condò all'istituto Alessandrini di Abbiategrasso.
La proposta, per la precisione, è stata depositata il 16 maggio alla Camera e al Senato dalle principali forze di opposizione del Paese, proprio per intervenire sul tema del benessere psicologico e delineare le modalità di assistenza psicologica all’interno di ogni scuola.
“Esiste già una strada tracciata per intervenire strutturalmente all’interno delle scuole sul sostegno psicologico, che ad oggi non è uniforme in tutto il Paese, né adatto alle esigenze degli studenti” spiega Camilla Velotta della Rete degli studenti medi". Come ricorda Velotta “chiediamo l’introduzione di sportelli di assistenza psicologica all’interno di ogni scuola, gestiti da un team multidisciplinare di esperti, che sappiano intervenire e prevenire le difficoltà maggiormente diffuse in età evolutiva".
Affinché non siano presidi isolati questi sportelli devono interagire con gli spazi d’ascolto e i consultori già presenti sui vari territori, per favorire l’intervento da parte del sistema sanitario nazionale rispetto ai sistemi privati che non sono accessibili a chi non può permetterselo.
Continua Velotta: "Chiediamo inoltre di introdurre dei percorsi di educazione alla salute, al benessere psicologico e all’affettività, per abbattere i tabù ancora presenti, e formare docenti e discenti su tematiche così complesse”
"Abbiamo richiesto più volte al ministro come intendesse agire nei confronti del disagio psicologico che gli studenti stanno vivendo - osserva Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi -. Ad oggi le risposte erano che i docenti tutor si sarebbero occupati anche di fare da mental coach agli alunni, come se il problema fosse la motivazione nello studio". E come se, va aggiunto, un insegnante, per quanto motivato, sia in grado, con aule sovraffollate e l'urgenza di verifiche e rispetto dei programmi, di poter risolvere questioni e situazioni così complesse.
Per il coordinatore, "tra dichiarazioni del ministro che parlavano del valore pedagogico dell'umiliazione e audizioni delle commissioni istruzione volte a ricostruire l'autorità del docente, ci riteniamo soddisfatti che Valditara abbia finalmente compreso le necessità degli studenti, dopo oltre un anno che le portiamo ai tavoli e all'opinione pubblica".
"L''augurio - conclude Notarnicola – è che la presenza degli psicologi scolastici non abbia come obiettivo quello di 'tranquillizzare gli studenti', ma invece quello di favorire percorsi per il benessere psicologico personale, premessa fondamentale per creare poi climi più sereni all'interno delle nostre aule e nei rapporti con tutta la comunità scolastica".