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Le cronache dei giornali continuano a dar conto dei morti sul lavoro. Strage che non trova fine e che rischia di dare assuefazione, se di morti non ce ne sono almeno tre la notizia finisce nelle brevi. Ma sono uomini e donne che non tornano a casa. Questa mattina, dopo sei mesi dall’incontro convocato dal governo che annunciava un tavolo ogni 15 giorni, sono tornati a riunirsi sindacati e ministra del Lavoro Calderone. Sei mesi passati invano.
Tornati alla stazione di partenza
Come al gioco dell’oca, ma questo non è un gioco, nemmeno un passo in avanti è stato compiuto. Non solo: nulla di quanto illustrato unitariamente da Cgil, Cisl e Uil sembra nemmeno esser stato preso in considerazione. All’uscita dal ministero Francesca Re David, segretaria nazionale della Confederazione di Corso di Italia, ha manifestato delusione e preoccupazione: “Noi abbiamo presentato una piattaforma unitaria a gennaio che chiede una strategia nazionale sulla prevenzione e su salute e sicurezza. Doveva esserci un incontro ogni 15 giorni, questa è la prima volta che ci rivediamo dopo gennaio. La nostra piattaforma è stata totalmente ignorata”.
Eppure molto ci sarebbe da fare
Patente a punti, rafforzamento degli organismi effettivi e di controllo, e della prevenzione sanitaria sul territorio negli anni falcidiata. Poi serve ricostruire la formazione e l'addestramento di lavoratori e lavoratrici, messa a rischio dall’ulteriore aumento della precarietà. “Spero di sbagliarmi – ha aggiunto Re David -, ma la valutazione che noi facciamo è che, con le modifiche introdotte con il decreto lavoro, ripartiranno i contratti di uno o due giorni. Naturalmente questo ha un'incidenza su salute e sicurezza molto forte. Così come gli appalti a cascata, che sono stati reintrodotti. Non è un caso che i due terzi degli incidenti mortali si verificano nelle aziende con meno di 15 dipendenti”.
Servono risorse
Quelle indispensabili per assumere ispettori non solo all’Inl. Oggi la ministra ha annunciato che dal 10 luglio prenderanno servizio in oltre 900 presso l’Ispettorato, ma anche per assumere tecnici della prevenzione negli Spresal. Poi occorre investire in ricerca e nuove tecnologie per aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro. E nemmeno su questo sono arrivate risposte. “Anzi - ha ricordato la segretaria - le quasi mille assunzioni in Inl sono state decise due anni fa, fu allora che è stato bandito il concorso per reclutarli. Siamo molto delusi”.
Non solo delusione ma anche preoccupazione
Perché nessun rappresentante dell’Inail era presente all’incontro? È un interrogativo che non ha trovato risposta. Mentre a far preoccupare e non poco i dirigenti sindacali, è stata una affermazione della ministra che ha posto il problema di revisione del decreto 81. “Ci ha fatto rizzare i capelli sulla testa – ha detto allarmata Re David - il dl 81 è la legislazione più avanzata d’Europa, parla di progettazione, di prevenzione, di ruolo dei rappresentanti per la sicurezza, di documento di valutazione del rischio eccetera. Poi Calderone ha precisato che non intende smontarlo, ma questa intenzione di modificarlo ci preoccupa”.
Prossimo incontro
Tra il 4 e il 5 luglio governo e sindacati dovrebbero incontrarsi di nuovo. Sul tavolo la formazione degli studenti in ambiente di lavoro: “Continuiamo a dire che la presenza degli studenti nei luoghi di lavoro deve essere per formazione. Se i ragazzi muoiono è perché c’è sfruttamento, è perché stanno lavorando. Vedremo quel che ci diranno. Al momento la verità è non abbiamo avute risposte, anzi siamo tornati indietro di sei mesi. Siamo esattamente a quando dovevano cominciare a discutere nei diversi tavoli”.
Ora in piazza
La conclusione di Re David è netta e chiara: “Se è possibile, dopo l’incontro di oggi, sono aumentate le ragioni per essere in piazza sabato 24 giugno. Non abbiamo avuto nessuna risposta, ma non ci fermeremo. La vita e la salute dei lavoratori e delle lavoratrici dipendono anche dal rilancio e rafforzamento della sanità pubblica e universale”.