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Tra gli elementi di maggiore preoccupazione per il rientro a scuola a settembre prevale quello che riguarda il mantenimento della distanza di sicurezza tra gli studenti. Il tema è considerato critico più tra gli insegnanti (66% specie della scuola pubblica) che tra i genitori (52%). Anche l’igienizzazione degli ambienti scolastici è vista come un problema rilevante da affrontare. Queste alcune delle indicazioni che si possono leggere nell’ultima rilevazione dell’Osservatorio Futura: un’indagine demoscopica realizzata nel mese di luglio su un campione rappresentativo di 2.000. intervistati (Analisi sulla situazione economica, sociale e lavorativa del paese) a cui è stato chiesto di esprimere opinioni sui principali argomenti socio-economici.
Un capitolo della rilevazione è, appunto, dedicato alla riapertura delle scuole a settembre. Obiettivo da tutti auspicato ma che rischia di scontrarsi con le criticità del sistema dell’istruzione italiana. Tra queste gli intervistati sottolineano la qualità e sicurezza degli edifici. Seguono, nelle risposte, una preparazione non sempre adeguata degli insegnanti, la scarsa digitalizzazione delle scuole e il numero insufficiente dei docenti e le loro non sempre adeguate competenze digitali.
Interessanti anche le risposte sulla didattica a distanza, sulla cui efficacia e adeguatezza tanto si è dibattuto in questi mesi. Gli intervistati si dividono tra chi auspica una ripresa di tutte le lezioni in aula a settembre (47%) e chi crede che la soluzione migliore sia rappresentata da una didattica mista, parte in aula, parte a distanza (42%). Da notare che gli insegnanti della scuola privata dimostrano una maggiore predisposizione per la didattica a distanza rispetto agli insegnanti della scuola pubblica. Anche più della metà dei genitori è per il ritorno a scuola “integrale”.
Se a scuola in qualche modo bisognerà tornare, cosa fare allora? Quali sono le soluzioni migliori per tornare in aula in piena sicurezza? L’indicazione prevalente è quella dello sdoppiamento delle classi per limitare il numero degli studenti (32%), seguono l’alternanza tra presenza e didattica a distanza (26%) e la turnazione delle classi con lezioni in tutto l’arco della giornata (21%). Interessante il fatto che solo una piccola minoranza opterebbe per il sistema più difensivo tra quelli possibili, l’utilizzo di barriere in plexiglass o visiere. Perché una scuola che funzioni, aggiungiamo noi, deve limitare il più possibile quello che, con un’espressione bruttissima, abbiamo chiamato “distanziamento sociale”.