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"I dati diffusi dall'Istat confermano quanto la povertà assoluta nel nostro Paese sia un'emergenza sociale da affrontare con misure adeguate, volte a prendere in carico le persone in tale condizione e a guidarle in percorsi di inclusione sociale che tengano conto di tutte le determinanti del disagio economico". A dirlo sono i segretari confederali Rossana Dettori (Cgil), Andrea Cuccello (Cisl) e Silvana Roseto (Uil), commentando rimarcando il "Rapporto sulla povertà - Anno 2018". Gli esponenti sindacali evidenziano anche che l'Istituto "descrive un fenomeno che nella sua drammaticità ha un'incidenza maggiore tra le famiglie numerose, tra le famiglie con componenti stranieri e, soprattutto, tra i minori: tutti soggetti penalizzati nella fruizione del reddito di cittadinanza introdotto dal governo".
L'Istituto nazionale di statistica ha stimato che nel 2018 erano oltre 1,8 milioni le famiglie in condizioni di povertà assoluta, con un'incidenza pari al 7 per cento, per un numero complessivo di 5 milioni di persone (8,4 per cento del totale). Pur rimanendo ai livelli massimi dal 2005, si arresta dopo tre anni la crescita del numero e della quota di famiglie in povertà assoluta. Le famiglie in condizioni di povertà relativa nel 2018 erano poco più di 3 milioni (11,8 per cento), quasi 9 milioni di persone (15 per cento del totale). Drammatico il dato su bambini e ragazzi: nel 2018 la povertà assoluta ha colpito 1 milione 260 mila minori (12,6 per cento), con un'incidenza che varia da un minimo del 10,1 per cento nel Centro Italia fino a un massimo del 15,7 nel Mezzogiorno. Le famiglie con minori in povertà assoluta sono oltre 725 mila, con un'incidenza dell'11,3 per cento. Infine, gli stranieri: gli individui in povertà assoluta sono oltre un milione 500 mila, con un'incidenza del 30,3 per cento (tra gli italiani è il 6,4).
I segretari Dettori, Cuccello e Roseto sottolineano che "per contrastare realmente la povertà, è necessario sia modificare la misura del reddito di cittadinanza, nelle parti che non tengono adeguatamente conto delle caratteristiche delle persone coinvolte e della multidimensionalità del fenomeno, sia rafforzare l'infrastruttura sociale territoriale. La rete dei servizi pubblici è, infatti, indispensabile a garantire una presa in carico dei cittadini idonea al superamento delle disuguaglianze di opportunità e a interrompere la trasmissione intergenerazionale della povertà, a cominciare da quella educativa certificata dai dati diffusi", hanno concludoso i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil.