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La Sicilia perderà 140 milioni di euro dai tagli nazionali previsti nella nuova rimodulazione del Pnrr voluta da Raffaele Fitto. A fare i conti, misura per misura, è lo Spi Cgil Sicilia che, esaminato il decreto del ministro per la Coesione, ha individuato le misure penalizzate nell’Isola, il 40 per cento delle quali nella sola provincia di Enna.
Saltano oltre otto milioni per l’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca, quasi nove milioni per il San Giovanni di Dio di Agrigento, 16,5 milioni in meno per l’ospedale Chiello di Piazza Armerina, oltre sette milioni di tagli per il Policlinico di Messina, 15 milioni in meno per l’Umberto I di Siracusa, sforbiciata da sette milioni e mezzo per il S. Antonio Abate di Trapani. Ma soprattutto oltre 22 milioni di euro in meno per il solo ospedale Umberto I di Enna, che subisce tre tagli da tre misure differenti.
Il sindacato lancia l’allarme anche sugli interventi mantenuti nella misura “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”, che ammontano a poco meno di 62 milioni di euro con un’incognita: tra il 2021 e il 2024 il governo ha stimato un aumento dei costi del 30 per cento. Dunque le risorse inizialmente stanziate non saranno sufficienti a garantire tutti gli interventi.
“Chi sceglierà quali mantenere e quali tagliare? – si chiede la segretaria regionale dello Spi Cgil Maria Concetta Balistreri –. Con quali risorse saranno realizzati gli interventi definanziati? Il governo nazionale ha sempre sostenuto che le risorse alternative ci sono e che tutti gli interventi saranno realizzati. Del resto anche il presidente Schifani e l’assessora Volo hanno sempre rassicurato tutti garantendo che le risorse ci sono. La questione è che a leggere le carte della Giunta regionale scopriamo che i soldi non ci sono e che stanno prendendo in giro i siciliani”.
“Non ci attendavamo – prosegue Balistreri – che fosse l’assessora Volo a intervenire, ma ritenevamo e continuiamo a ritenere indispensabile che il presidente Schifani si unisca al presidente della regione Lazio, della Calabria e della Lombardia (per citare quelli della stessa parte politica) per denunciare con forza quest’ultimo furto, in ordine di tempo, ai danni della salute dei cittadini siciliani”.