“Sono 158 i giorni che dormiamo in tenda e aspettiamo risposte da un governo che non ha trovato il tempo per noi”. Così si è espressa dal palco di San Giovanni Camilla Piredda in rappresentanza delle associazioni studentesche. E per dare voce a chi non è ascoltato che è arrivata a Roma, per i 18 morti e i 300 feriti durante i percorsi di Pcto, durante all’educazione allo sfruttamento”. E rivolgendosi ai ministri ha sottolineato che quella che promuovono i nuovi governanti è “l’istruzione del privilegio”.
“Vogliamo credere all’articolo 34, ma vogliamo anche vederlo rispettato”. E allora serve un diritto allo studio che sia per tutti e per tutte. Hanno ben chiare quali sono, per loro, le priorità: non gli Its, non gli studentati privati o l’accesso all’insegnamento solo per chi se lo può permettere. Così – per Piredda – non sono né l’autonomia differenziata né il presidenzialismo la priorità per l’Italia.
“Serve, invece, investire il 5% del Pil in istruzione", afferma: "Vogliamo trasporti, libri di testo e materiali didattico gratuiti, la copertura immediata delle borse di studio e sportelli di assistenza psicologica gratuita in ogni scuola e in ogni università. E, ovviamente, investimenti in studentati pubblici. Vogliamo il futuro e siamo pronti a prendercelo”.