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“Anche la Puglia ha pagato e sta pagando duramente gli effetti della pandemia. Sono già 18mila i posti di lavoro persi. Il Pil è sceso di dieci punti. E sono 35mila le famiglie in più che hanno fatto ricorso al reddito di cittadinanza. Numeri che raccontano le povertà emergenti che si sommano a quelle che già viveva la nostra regione, dove il 27 per cento delle persone rientra nella fascia di povertà relativa. Un acuirsi delle disuguaglianze già insopportabili mentre i grandi colossi multinazionali hanno visto crescere i loro fatturati, le quotazioni in Borsa, i patrimoni personali, mentre il lockdown ha fatto scoprire essenziale il lavoro, e soprattutto alcune figure del lavoro più povere e precarie, con salari bassi e poco o nessun diritto. Se è questa la strada da seguire per vincere la crisi non avremo grandi speranze”. A dirlo è Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia, ribadendo la proposta di un patto per il lavoro e la crescita, avanzata durante la conferenza stampa di inizio anno del sindacato.
“Non è tempo di divisioni, di iniziative solitarie, la crisi sanitaria che stiamo attraversando e i suoi risvolti economici e sociali sono gravi e richiedono unità, soprattutto hanno svelato debolezze e inganni di un paradigma di sviluppo non più sostenibile. Se la crisi può rappresentare una opportunità – ha detto il dirigente sindacale – deve essere per cambiare modello di società e valori di riferimento. Per questo facciamo nostro e rilanciamo in Puglia l’appello ‘Uniamoci per salvare l’Italia’, promosso da associazioni, movimenti, partiti, sindacati nazionali, primi firmatari Anpi, Arci, Cgil, Cisl, Uil, Libera, Partito Democratico, M5S”.
L’appello invita a stare uniti per “per una grande alleanza democratica e antifascista per la persona, il lavoro e la socialità, mettendo a valore ogni energia disponibile dell'associazionismo, del volontariato, del Terzo settore, del movimento sindacale, della cooperazione, delle giovani generazioni, del mondo della cultura, dell'informazione, delle arti e della scienza, della società civile, della buona economia, col sostegno delle istituzioni e dei partiti democratici”.
Il Patto per il Lavoro sarebbe “una sfida di democrazia – secondo il segretario generale –. L’appello che a livello nazionale lanciano Anpi, sindacati confederali, associazioni, partiti, che chiede di mettere a valore ogni energia disponibile dell'associazionismo, del volontariato, del Terzo settore, del movimento sindacale, della cooperazione, delle giovani generazioni, del mondo della cultura, dell'informazione, delle arti e della scienza, della società civile, della buona economia, col sostegno delle istituzioni e dei partiti democratici, dobbiamo farlo nostro, provare concretamente da subito a declinarlo nella nostra regione. E il Patto per il lavoro e lo sviluppo sostenibile può essere un primo passo. Dare speranza ai giovani, sostenere la crescita industriale nel rispetto dell’ambiente e delle persone, innovare per sostenere la qualità del lavoro, qualificare l’azione amministrativa, contrastare le mafie e l’illegalità. Una assunzione di responsabilità individuale e collettiva – spiega Pino Gesmundo – per costruire una regione e un paese più moderno, più giusto, più solidale, più ricco, più libero, contro ogni interesse di parte, ogni forma di razzismo e xenofobia, contro ogni paura dell’altro alimentata ad arte dal populismo più becero”.
I segnali che arrivano dalla politica “non lasciano tranquilli. Una crisi di Governo nel pieno della pandemia, quando c’è da decidere dei 200 e passa miliardi di euro che l’Italia ha disposizione per sostenere le persone, il lavoro, le imprese, spingere sulla coesione territoriale, è un passaggio incomprensibile ai più, e lo diciamo nel rispetto dell’autonomia di ogni soggetto. Come ha detto il presidente Mattarella nel messaggio di fine anno questo è tempo di unione e costruzione, ognuno portando la propria visione e sensibilità e mediando con le altre, avendo per faro i valori della Carta Costituzionale, unico baluardo non negoziabile”. Non perdiamo questa occasione, conclude il segretario generale della Cgil Puglia, “unica per il Paese e i nostri territori, in termini di risorse e progettualità da dispiegare. Facciamo tutti portatori di proposte che vanno nella strada dell’interesse generale e non di parte, rafforzando la fiducia nelle classi dirigenti che non possono vivere nel chiuso della propria bolla senza vedere il disastro sociale che rischiamo altrimenti di determinare”.