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La frenata del Pil nel secondo trimestre, rivista al ribasso dall’Istat (-0,4%, il peggior dato europeo), è una pessima notizia per l’economia italiana”. Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari.
“La causa principale - spiega il dirigente sindacale - è la compressione della domanda interna. Conseguenza diretta anche delle scelte del Governo, che ha fatto poco o nulla per sostenere salari e redditi a fronte di un'inflazione che, pur in diminuzione, resta troppo alta, in particolare per quanto riguarda il carrello della spesa”.
“Se aggiungiamo un Pnrr sempre più impantanato e l'assenza di qualunque politica industriale, ci rendiamo immediatamente conto dell'inevitabilità di quanto sta accadendo. In questo contesto - prosegue Ferrari - il taglio delle misure contro la povertà, a partire dal reddito di cittadinanza, non solo acuisce una questione sociale già drammatica, ma risulterà controproducente anche per la stessa crescita del Paese. I toni trionfalistici con cui, fino a qualche settimana fa, si esaltavano i presunti primati dell’Italia, respingendo le richieste del sindacato, sono spazzati via dai dati di realtà”.
“A chi definiva quella del prossimo 7 ottobre in piazza san Giovanni a Roma una ‘manifestazione a priori’, pregiudiziale e infondata, rispondiamo che il momento di mobilitarsi per aumentare salari e pensioni, combattere precarietà e povertà, difendere il welfare, pretendere un fisco equo e progressivo è adesso", conclude il segretario confederale.