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Anche nella marineria delle Marche è in atto la serrata che vede una gran parte degli armatori marchigiani aderire alla protesta del caro gasolio, decidendo d'interrompere la propria attività marittima. Si sono generate anche alcune situazioni di tensione, in alcuni casi in cui alcuni armatori non avrebbero voluto prendere parte alla protesta.
"Riteniamo giusto precisare che, nelle scorse giornate, a livello nazionale abbiamo espresso insieme alle associazioni di categoria e gli altri sindacati confederali un sostegno a i pescatori italiani, che sono allo stremo per colpa dell’aumento del costo del gasolio. E per tali ragioni abbiamo presentato una serie di proposte unitarie al sottosegretario. Per affrontare una emergenza come questa occorrono interventi urgenti e mirati". Così in un comunicato la Flai Cgil Marche.
"Il sottosegretario ha ascoltato il settore, facendosi carico delle istanze e della necessità di velocizzare procedure e tempi di erogazione delle risorse individuate. Varie le questioni poste e accolte dal Ministero .E cioè: il credito d’imposta previsto per il primo trimestre 2022 sarà operativo nei prossimi giorni perché sono in arrivo i codici di compensazione. È stato messo a punto un emendamento che preveda l’estensione del credito d'imposta anche al secondo trimestre 2022", prosegue il sindacato.
"Fermo bellico: al consiglio dei ministri europei della pesca in programma nei prossimi giorni a Bruxelles il Governo italiano sosterrà la necessità d'inserire fra le cause del cosiddetto “fermo bellico” anche le marinerie del Mediterraneo, inizialmente escluse. Indennizzi: il decreto ministeriale che stanzia venti milioni per fronteggiare il caro energia è in dirittura d’arrivo ed entro pochi giorni si apriranno le procedure per presentare le istanze di contribuzione. Welfare: su questo tema è stata ribadita la necessità di uno sforzo maggiore per la messa a punto di un sistema di norme che consentano la piena applicazione della Cisoa", aggiunge la Flai marchigiana.
"Fisco: pressione su ministero dell'Economia e Agenzia delle entrate affinché si possa verificare la praticabilità di un’eventuale proroga delle scadenze fiscali. Questo settore utilizza come sistema retribuito la cosiddetta paga alla parte, la retribuzione ovvero viene determinata dal ricavo del pescato tra armatore e pescatore. Oggi i costi sono tali da determinare una fortissima riduzione della paga. Sottolineiamo però che il contratto nazionale di categoria garantisce con il minimo monetario garantito una piena retribuzione mensile", continua la sigla di categoria.
"Fra le altre cose, le associazioni e i sindacati hanno chiesto e ottenuto che il tavolo di crisi aperto nei giorni passati con il ministero resti permanentemente istituito al fine di monitorare la situazione e verificare l’impegno assunto. Dobbiamo sottolineare anche che il settore, purtroppo, è in crisi da anni, soprattutto dal punto di vista del ricambio generazionale. Le prospettive di reddito e di sicurezza economica sono poche, e giovani lavoratrici e lavoratori preferiscono optare per altre prospettive occupazionali. Serve uno sforzo comune, per invertire questa tendenza e garantire una sicurezza economica agli operatori del settore", conclude l'organizzazione dei lavoratori.