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La Cgil di Palermo ha aderito e partecipato ieri sera a Petralia Soprana alla fiaccolata contro lo spopolamento del territorio organizzata dai forum di giovani e dalle consulte giovanili. Un’area, quella delle Alte Madonie, in cui i 21 comuni associati sono sempre stati protagonisti nella crescita del comprensorio, articolando politiche territoriali come i Patti territoriali negli anni Novanta, i bandi Gal per l’agricoltura e in tempi più recenti si attendono ancora gli investimenti per le aree interne Snai e le zone franche montane, ancora non rese operative dalla Regione.
“Da 6 anni i comuni del comprensorio attendono l’attivazione dei decreti per sbloccare i finanziamenti previsti per la crescita delle realtà d’impresa. C’è un ritardo grave della politica regionale, che non fa altro che bloccare le politiche per lo sviluppo, con cui si potrebbe dare ossigeno all’occupazione giovanile – denuncia Calogero Spitale, rappresentate della Camera del Lavoro zonale Alte Madonie - I decreti fermi sono quelli per le aree interne (Snai), con progetti da 36 milioni di euro per scuola, viabilità e sanità. La Regione alcuni di questi progetti li ha già addirittura definanziati, come quelli per il terzo lotto della strada Irosa-Blufi. E ha fatto perdere i 12 milioni stanziati per le montagne: a settembre i fondi sono scaduti per mancanza di progetti”.
In questo territorio, che non dà prospettive, così i giovani sono costretti a lasciare i loro paesi delle Madonie subito dopo gli studi per cercare lavoro altrove. “La fuga di giovani ormai è ininterrotta. Dal 2001 a oggi i 9 comuni delle Alte Madonie hanno perso più di 6 mila residenti – prosegue Calogero Spitale - Si è passati dai 29.700 abitanti del 2001 ai 23. E 500 del 2021. L’indice di natalità è al 4,5 per cento mentre quello di mortalità è al 13,4. Dati che tristemente attestano lo spopolamento di questa area del nostro territorio palermitano, tanto ricca di attrazioni e potenzialità turistiche ma abbandonata a un lento declino. In questi anni – aggiunge Spitale - sono stati attivati solo i finanziamenti per qualche tratto di strada dissestata, in un territorio dove la viabilità secondaria ha bisogno di un ripristino generale e lo stato delle strade che cadono a pezzi crea disagio ai cittadini e ha ricadute dal punto di vista economico”.