Sarà un anno straordinario anche questo 2025. Braccia tese verso un futuro di sfavillante benessere. Di tracotante ardore. Di iperbolica vitalità. Di ardimentose avventure. Di radiosa spensieratezza. Di immotivata felicità.

Lavoro come se piovesse. Regolare, ben retribuito, sicuro. Con l’introduzione del salario minimo a 15 euro, l’Accademia della Crusca deciderà di eliminare definitivamente la parola “inflazione” dal vocabolario della lingua italiana. E il calendario tornerà ad avere mesi di quattro settimane.

L’aggettivo “dignitoso” aggiornerà il primo articolo della nostra Costituzione. Licenziare sarà vietato per legge. Scioperare un diritto. Precettare un reato. Morire sul lavoro un evento più raro del passaggio della cometa di Halley. Per un bug nel sistema informatico dell’Inps, si andrà in pensione a 48 anni e l’assegno minimo sarà direttamente proporzionale alla pressione massima degli anziani.

Tavares aprirà una onlus a favore dei nostalgici della Duna e donerà la sua buonuscita agli operai di Stellantis che si compreranno il marchio rilanciandolo con un nuovo modello di utilitaria: la Robin Hood. Banche, assicurazioni e case farmaceutiche restituiranno, con gli interessi, gli extraprofitti azzerando d’un colpo il debito pubblico. L’energia costerà come l’acqua del discount. E la benzina uscirà dai rubinetti.

I treni arriveranno in anticipo e fischiettando. I pendolari saranno la categoria più invidiata del Paese. Quasi quanto i sindacati. A Roma termineranno finalmente tutti i cantieri per il Giubileo: quelli del 2000. Il Ponte sullo Stretto cambierà progetto originario e collegherà Messina a Tirana per trasferire tutti i razzisti in maniera più sicura. I migranti saranno considerati essere umani. L’accoglienza diventerà sport nazionale.

Il ddl sicurezza verrà convertito in ddl spensieratezza. Le forze dell’ordine avranno in dotazione pistole ad acqua per innaffiare i fiori lanciati dai manifestanti. A chi occupa caserme dismesse o immobili abbandonati verranno regalati i lavori di ristrutturazione. Si potrà dissentire e dichiararsi antifascisti senza assaggiare i manganelli. Grazie al nuovo codice della strada, e del buon senso, verrà tolta la patente a Salvini per eccesso di reel e guida in stato di Instagram.

Il governo più amato dai tempi di Giulio Cesare accuserà una lieve ma significativa battuta d’arresto. E così la presidente del consiglio sarà costretta a giocare la carta del rimpasto facendo entrare nell’esecutivo figure di altissimo livello in grado di riottenere consenso e credibilità. Vittorio Feltri al ministero del Mezzogiorno e della Coesione sociale. Teo Mammucari alla Difesa. Tony Effe alle Pari Opportunità. Quello giallo dei Teletubbies alla Cultura.

Verrà clonato Mattarella per blindarlo alla presidenza della Repubblica per il prossimo ventennio. Il ministro Valditara querelerà nell’ordine: il suo portinaio, l’antennista, Ciccio di Nonna Papera e se stesso guardandosi allo specchio. Larussa e Rizzo si sposeranno a Lourdes con rito terrapiattista, officerà Calenda. Renzi scalerà il Movimento 5 Stelle, spodesterà Conte e, come già fatto col Pd, lo raderà al suolo.

L’intelligenza artificiale autoimploderà dopo aver dialogato col generale Vannacci. Trump scamperà a sei attentati ma non alla calvizie. Musk chiederà l’elemosina davanti a Capitol Hill. A Putin e Zelensky verrà assegnato il Nobel per la Pace. Gaza sarà il posto più bello del mondo dove far nascere i bambini. L’Iran sarà più sicuro della Svizzera. E indosseremo le cuffie a tutto volume per ascoltare i nuovi podcast di Cecilia Sala.