"Non è mai troppo tardi per uscire dalla violenza”: è il messaggio che oggi, venerdì 8 marzo, giornata internazionale della donna, hanno lanciato insieme l’Auser di Perugia, il coordinamento donne Spi Cgil di Perugia e Libera…Mente Donna, l’associazione che gestisce i centri antiviolenza dell’Umbria. La violenza sulle donne anziane è, infatti, un fenomeno troppo sottovalutato, poco conosciuto, ma in realtà molto diffuso. “Una donna over 65 su tre - ha spiegato Franca Gasparri, presidente di Auser Perugia Media Valle del Tevere - subisce violenza, quasi sempre all’interno della famiglia, ovvero dal marito, ma purtroppo anche dai figli. A queste donne vogliamo dire che esiste una rete alla quale rivolgersi per uscire da questa condizione”.
La rete è naturalmente quella dei centri antiviolenza, ma - come ha spiegato Sara Pasquino, dell’associazione Libera…Mente Donna - “c’è un grande bisogno di sostegno e di servizi, perché le donne che intraprendono percorsi di uscita dalla violenza devono potersi spostare, devono avere una casa, devono avere una condizione economica di indipendenza”.
Ecco allora che l’otto marzo diventa l’occasione per fare qualcosa di concreto: 750 chilometri di trasporti gratuiti, grazie ai mezzi di Auser (che saranno guidati per l’occasione solo da donne) e un telefono a disposizione, quello del Filo d’argento (0755005666), con l’impegno diretto delle pensionate dello Spi Cgil che risponderanno alle chiamate. “Come sindacato delle pensionate il nostro obiettivo è quello di migliorare la condizione di vita delle persone anziane - ha spiegato Graziella Giammarioli, coordinatrice delle donne Spi Cgil di Perugia - non sempre ci riusciamo, ma certamente ci proviamo e ce la mettiamo tutta. Oggi, con questa iniziativa insieme ad Auser e Libera…Mente Donna sentiamo di fare qualcosa di concreto e tangibile per tutte le anziane vittime di violenza”.
Intanto, sempre stamattina nella sede Auser di Perugia in via Giovanni Battista Vico, è stata inaugurata una panchina rossa contro la violenza sulle donne, all’interno del “giardino di quartiere” che l’associazione sta costruendo per tutto il vicinato.