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“Sono passati più di due mesi da quando abbiamo chiesto alla Regione Toscana di convocare un incontro urgente per discutere dell'utilizzo dei fondi derivanti dal Pnrr relativamente alle modalità in cui potrebbe beneficiarne Baker Hughes - Nuovo Pignone. Ieri, durante un incontro in azienda, abbiamo appreso che lo scorso 31 gennaio la dirigenza ha incontrato e informato la Regione circa i progetti industriali per la transizione energetica, che partiranno a fronte dei finanziamenti non solo europei, ma pure regionali. Troviamo ingiustificabile tale comportamento e non accettiamo di essere considerati dalle istituzioni come soggetti di natura notarile, utili solo a gestire le crisi". Lo dichiarano in una nota congiunta Alessandro Beccastrini, Daniele Calosi e Alessandro Martini, coordinatori nazionali del gruppo Nuovo Pignone-Baker Hughes, rispettivamente per Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil.
"Chiediamo di essere coinvolti nel confronto sulle politiche di riconversione per rappresentare i lavoratori al tavolo toscano e in tutti quelli con le Regioni in cui il gruppo Baker Hughes ha sedi: Puglia, Calabria, Campania e Lombardia. Considerando solo i diretti, parliamo di oltre 4.000 lavoratori a livello territoriale e di circa 6.000 lavoratori in tutto il Paese. Vogliamo esercitare il nostro ruolo, tutelare l'occupazione e promuoverne di nuova e di qualità, dato l'utilizzo di risorse pubbliche. Sottolineiamo che a prevedere il nostro coinvolgimento nella governance è il protocollo vagliato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri 'per la partecipazione e il confronto nell'ambito del Pnrr e del Piano nazionale per gli investimenti complementari', proseguono i tre dirigenti sindacali.
"Nell'incontro di ieri, l'azienda si è finalmente messa a disposizione per aprire la trattativa per il rinnovo del contratto integrativo, che per noi riguarderà il salario e la stabilizzazione dei lavoratori precari, anche in ragione delle linee di credito pubbliche, di cui l'azienda ha beneficiato finora e di cui continuerà a beneficiare. In parallelo, chiederemo anche chiarimenti e garanzie sulla tenuta industriale di Baker Hughes in Italia, perché - sia chiaro - non accetteremo che sia ridotta o frammentata l'unitarietà del gruppo. Su queste tematiche siamo pronti fin d'ora alla mobilitazione", concludono le sigle di categoria.