Nonostante la pioggia battente sono tantissime le persone che hanno risposto alla chiamata e nel tardo pomeriggio di lunedì 28 gennaio hanno raggiunto Piazza Montecitorio per partecipare al sit-in in sostegno dell'appello "Non siamo pesci", lanciato da Luigi Manconi per chiedere lo sbarco dei 47 migranti attualmente bloccati sulla nave Sea Watch e per chiedere di istituire una Commissione d'inchiesta sulle stragi nel Mediterraneo. Presenti una serie di firmatari dell'appello tra cui Sandro Veronesi, Alessandro Bergonzoni, Sonia Bergamasco, Gad Lerner, parlamentari ed esponenti delle opposizioni.

Tra i manifestanti Riccardo Gatti, capo missione e comandante di Open Arms: "Da anni denunciamo le violazioni del diritto internazionale su tutto ciò che riguarda il soccorso in mare, basti vedere cosa sta subendo in questi giorni la nave Sea Watch e cosa subiscono costantemente tutti quelli che fuggono dalla Libia e chi li soccorre. Serve una commissione di inchiesta per far sapere quello che sta succedendo nel Mediterraneo perché c'è una realtà scomoda che sia l'Italia che altri paesi europei vogliono nascondere".

Al sit-in presente anche una delegazione della Cgil: "Non si può fare propaganda sulla vita delle persone - ha scritto il sindacato su Twitter -  Le persone prima di tutto!". 


“È incredibile che su questo orrore si costruisca consenso e si faccia campagna elettorale. La guerra ai migranti è cominciata da tempo, anche con il precedente governo. Ma il governo M5s-Lega sta portando questa guerra ai migranti a conseguenze mai viste, inumane e inaccettabili. Come rappresentante dei metalmeccanici mi sento di dire che questa è una guerra contro il lavoro, per frantumare i lavoratori e metterli gli uni contro gli altri. È una guerra contro la povertà. Sono milioni i poveri nel nostro Paese. Attraverso la guerra ai migranti, si vuol nascondere l’aumento della povertà. In Italia c’è poi un dilagante aumento del caporalato, ma di questo l'esecutivo sembra non volersene occupare. È necessario unire le forze e praticare forme di disobbedienza civile in difesa dei migranti. Il governo offra immediatamente un porto sicuro ai 47 migranti della Sea watch 3”. Lo dichiara Francesca Re David, segretaria generale Fiom, che sta partecipando al presidio.