Ci saremo anche stavolta, nonostante le delusioni e le sconfitte, la rabbia e il malcontento, la paura e il disincanto, la preoccupazione per il futuro e il senso di frustrazione che inevitabilmente ci assale. E ci saremo per tutti questi motivi: non possiamo arrenderci.

La svolta autoritaria che si configura nel Paese, con la scuola trasformata in palestra per il cattivismo dilagante, l'informazione asservita a una sola parte politica, il servizio pubblico ridotto in ginocchio da scelte sbagliate, il Parlamento esautorato, il mondo del lavoro trasformato in una giungla e la questione migratoria affrontata con rara perfidia e inefficacia, ci induce ad abbracciare la manifestazione organizzata dalle compagne e dai compagni della Cgil per il prossimo 7 ottobre. 

Ci saremo, a maggior ragione, dopo aver letto il cosiddetto "Decreto Caivano", esecrando il fatto che gli sia stato conferito il nome di una località difficile ma che proprio per questo merita attenzione e rispetto diversi, non lo stigma permanente e l'associazione al peggio del peggio della nostra società. L'idea, poi, di procedere a suon di manette e repressione dà la misura non solo del fallimento dell'attuale esecutivo, ma anche della sua ideologia profonda.

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Sbaglia chi si illude che si comportino così solo per nascondere i problemi legati all'economia e alla loro cronica incapacità di farvi fronte. Sbaglia chi parla di moderazione e chi pensa che l'acquiescenza sia il miglior modo per affrontare una maggioranza di questa natura. Sbaglia chi non vede che è in atto qualcosa di assai più profondo e pervasivo di una semplice azione di governo dai contorni inquietanti. Siamo, infatti, al cospetto di una mutazione antropologica del Paese, di cui il premierato costituirebbe, nelle intenzioni dei proponenti, la ciliegina sulla torta. 

Non abbiamo mai taciuto e non taceremo certo stavolta. Saremo, al contrario, presenti in tutte le piazze e le occasioni che avranno come obiettivo il contrasto a un disegno che rischia di sfregiare per sempre il volto dell'Italia e ci batteremo, come possiamo, per costruire un'alternativa di sinistra degna di questo nome. 

Bando ai revanscismi, alle chiusure in asfittici recinti, ai personalismi e a tutti gli errori che ci hanno condotto nella situazione in cui siamo. 

L'Associazione per il rinnovamento della sinistra si impegna, con il suo direttivo, i suoi iscritti e la sua azione politica e civile, affinché nasca una sinistra di nuovo conio: europeista, ambientalista, femminista, attenta alle esigenze degli ultimi, capace di fare i conti con la propria storia, di ammettere gli sbagli e di guardare avanti senza escludere nessuno di coloro che vorranno essere parte di questo progetto. 

Il prossimo 7 ottobre la Cgil mette la sua piazza a disposizione di una comunità in cammino, affrontando temi che vanno al di là del lavoro, ma da lì partono e lì approdano. E quando i diritti si prendono per mano, quando la collettività esprime una nuova voglia di protagonismo e impegno, rinasce la speranza. 

Ci saremo perché ci crediamo, ora più che mai.

Vincenzo Vita, presidenza Associazione per il rinnovamento della sinistra