Con un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 luglio scorso, reso noto solo ieri sulla Intranet dell'Istituto nazionale di statistica, il governo ha ufficializzato la nomina di due nuovi membri del Consiglio di amministrazione dell'Istituto. Si tratta di Maria Clelia Stefania Di Serio, docente ordinaria di Statistica medica all'Università Vita-Salute San Raffaele, e di Gian Carlo Blangiardo, che ha ricoperto la carica di presidente dell'Istat dal 2019 al 2023. Blangiardo, già in pensione dal 2019, aveva resistito per un anno e mezzo alla possibilità di una riconferma, da cui infine si è ritirato. La normativa vigente stabilisce che i due membri nominati dal Presidente del Consiglio debbano essere “professori ordinari o direttori di istituti di statistica o di ricerca statistica”.

Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil, ha espresso forti riserve sulla nomina: “Ancora una volta, come già accaduto in occasione della sua nomina e della tentata riconferma alla presidenza dell'Istat, la scelta di Blangiardo rappresenta una chiara forzatura rispetto ai requisiti previsti dalla legge”.

Fracassi ha evidenziato che Blangiardo, che compirà 76 anni a dicembre, non è più un professore ordinario, essendo in pensione da diversi anni. Inoltre, ricopre il ruolo di presidente, e non di direttore, della Fondazione Ismu, un ente di ricerca privato finanziato dalla Banca Cariplo. A ciò si aggiunge, secondo la sindacalista, il fatto che Blangiardo è stato recentemente eletto sindaco di Meina, un comune sulle rive del Lago Maggiore, impegno che potrebbe risultare incompatibile con la carica di consigliere dell'Istat, incarico che comporta la gestione delle attività statistiche degli enti locali.

"Riteniamo questa nomina un contentino che danneggia l'Istituto nazionale di statistica e auspichiamo che il Parlamento e gli organi preposti al controllo degli atti di governo intervengano per censurare questa evidente forzatura, che si somma a quella legislativa approvata inutilmente all'epoca per consentire la retribuzione di chi, come Blangiardo, è in pensione da anni ma viene nominato presidente dell'Istat. L'Istituto Nazionale di Statistica – conclude Fracassi – non può e non deve essere piegato a logiche personalistiche e di partito".