I ragazzi detenuti negli Istituti penali minorili del nostro Paese aumentano sempre più, principalmente per effetto delle nuove norme, come il decreto Caivano, che ha introdotto anche reati lievi che prevedono la carcerazione: al 15 settembre del 2024, come testimoniano i dati dell’associazione Antigone, erano 569 i ragazzi detenuti nei 17 Ipm, il numero più alto mai fatto registrare. In 22 mesi, dall’insediamento dell’attuale governo, sono cresciuti del 48 per cento. Da questi dati è partito i confronto ‘Futuro prossimo: nessun ragazzo in carcere’, l’evento dell’Arci dedicato ai minori reclusi.
Si tratta della seconda edizione di ‘Liberare il carcere’, l’evento organizzato da Arci , in collaborazione con Arci Firenze e Novaradio, dopo il primo appuntamento nazionale sul carcere e le donne dello scorso anno.
“La giustizia minorile italiana è stata per anni un esempio virtuoso a livello europeo – affermano dall’Arci -, con un calo costante dei minori reclusi e una condizione di vita dignitosa, con percorsi di inclusione strutturati ed efficaci nella maggior parte degli istituti. Ma negli ultimi anni la situazione è cambiata”. Una situazione che si allinea, a quella generale e drammatica delle carceri italiane con il sovraffollamento che non accenna a diminuire e i continui casi di suicidio.
È Marco Solimano, garante dei diritti dei detenuti del Comune di Livorno e referente nazionale Arci persone private della libertà, a illustrare nel podcast i contenuti dell’incontro, al quale hanno partecipato con lui Vincenzo Scalia, docente di Sociologia della devianza all’Università di Firenze, Alessio Scandurra, responsabile dell’Osservatorio nazionale sulle condizioni dei detenuti di Antigone, Katia Ponetti, dell’Ufficio del Garante dei diritti dei detenuti della Regione Toscana, Sara Corradini, referente settore carcere di Cat Coop. Sociale di Firenze, Sofia Ciuffoletti, presidente Altro Diritto e Garante dei detenuti di San Gimignano, e Carlo Testini, coordinatore nazionale Arci Lotta alle Disuguaglianze, Libertà e Diritti Sociali.