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Dopo le proteste di massa dello scorso novembre il Mugello torna a mobilitarsi contro i progetti di accorpamento delle scuole imposti dalla Regione Toscana. Prima di Natale, lavoratori delle scuole, genitori e studenti – che addirittura occuparono l’Istituto Giotto Ulivi – manifestarono in massa e imposero lo stop agli accorpamenti forzosi imposti dalla Regione in Mugello per il 2019-20, nello specifico l’accorpamento dell’Istituto Comprensivo di Firenzuola con quello di Scarperia-S.Piero e l’accorpamento di quello di Marradi con l’Istituto superiore Giotto Ulivi. Sabato 23 febbraio i protagonisti di quella mobilitazione si sono riuniti in una grande assemblea all’auditorium scolastico di via Caetani per confrontarsi e decidere le iniziative da portare avanti in difesa delle specificità territoriali dei comuni montani.
“Il problema è stato già esposto al presidente Enrico Rossi con una lettera aperta di Flc Cgil, Cisl Scuola e Gilda – ricordano in una nota i sindacati della scuola –; con questa lettera le nostre organizzazioni, nell'illustrare le gravi implicazioni contenute nei progetti regionali di dimensionamento (compreso il fatto che si produrrebbe riduzione di posti di lavoro tra il personale scolastico), hanno voluto sottolineare anche l'incoerenza della Regione che, nel 2011, quando accanto al presidente Rossi c’era un altro assessore all’Istruzione, in nome della difesa delle specificità locali e delle scuole dei Comuni montani disagiati, aveva fatto addirittura ricorso alla Corte costituzionale contro alcune norme dell’allora governo Berlusconi-Tremonti considerate troppo invadenti e imperative”.
“Adesso la stessa Regione e lo stesso presidente, con l’attuale assessore Cristina Grieco, sostengono la necessità di accorpamenti a tappeto, in barba alla difesa dei territori – continuano i sindacati – con la conseguenza che i comprensivi di Firenzuola e Marradi sparirebbero come istituzioni autonome e verrebbero inglobati in altri istituti scolastici situati in località con caratteristiche territoriali ben diverse, perdendo inevitabilmente la loro identità culturale e la loro funzione peculiare di presidio del territorio”.
“E in tutto questo che ruolo giocano gli enti locali – si chiedono ancora Flc, Cisl Scuola e Gilda –? Purtroppo finora hanno fatto il canonico buon viso a cattivo gioco, accettando i progetti della Regione, non perché ignari del problema, bensì perché sottoposti a un vero e proprio aut-aut: o accettare il piano o vedere dimezzati i finanziamenti regionali destinati all'istruzione, che – dettaglio non da poco – servono agli enti locali per contrastare il disagio, favorire l'inclusione e migliorare i servizi per gli alunni”.
L'assemblea del Mugello ha fortemente criticato l'operato della Regione Toscana e si è detta unita su alcuni ben precisi punti: sollecitare i Comuni a difendere i propri territori, dicendo no agli accorpamenti; chiedere alla Regione di cancellare dalle linee guida sia l'obbligo di accorpamento per le scuole di montagna con numero basso di alunni, sia il taglio dei fondi regionali destinati ai Comuni per l'istruzione. L'assemblea inoltre chiede alla Regione di intraprendere con lavoratori, cittadini e sindacati una battaglia politica, con lo scopo di cancellare le norme statali che impediscono di dare un dirigente titolare e un Dsga alle scuole di montagna sottodimensionate.