Nonostante la giunta regionale abruzzese continui a ripetere che va tutto bene, continua a crescere il numero di cittadini e associazioni che lamentano la grave situazione di degrado di molti istituti sanitari. La pandemia ha messo a nudo carenze e inefficienze, testimoniato anche dall’andamento dell’indice di trasmissione del virus nelle ultime settimane.
Le lavoratrici ed i lavoratori del settore sanitario, in Abruzzo e Molise come nel resto del paese, stanno pagando il prezzo più alto nella lotta al coronavirus. Troppo spesso si dimentica che medici, infermieri ed operatori, hanno diritto alla sicurezza sul proprio posto di lavoro. I dati, però, rappresentano una situazione inversa: in provincia di Teramo, dei 379 contagi sul lavoro registrati al 30 novembre, il 75% riguarda personale sanitario. È necessario che le strutture, sia pubbliche che private, adottino tutte le misure necessarie affinché il rischio contagio venga ridotto al minimo.
Ma se i medici denunciano la situazione di rischio e di stress in cui sono costretti a operare, negli ospedali ci sono lavoratori ancora più bistrattati. Sono gli addetti dei servizi, uomini e donne senza volto, impiegati in appalto e privi di tutele. Il sindacato è saldamente al loro fianco.