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Fiaccolata questa sera (25 settembre) a Mazara del Vallo per esprimere solidarietà e chiedere la liberazione dei diciotto marinai pescatori sequestrati in mare da militari libici il 1° settembre scorso mentre erano al lavoro. L’iniziativa è organizzata dai sindacati, e parteciperanno anche Fai, Flai e Uila Pesca nazionali, che si schierano anche “a sostegno delle famiglie dei sequestrati che vivono in una situazione di grande difficoltà” e che, dalla scorsa settimana, hanno deciso di manifestare la loro preoccupazione e il loro disagio, direttamente a Roma sotto le sedi del Parlamento e del Governo.
Fai-Flai-Uila Pesca, fanno poi sapere che “si attiveranno per concrete misure di sostegno economico a favore delle famiglie”, che saranno attuate attraverso Ebi Pesca, l’ente bilaterale del settore.
Il caso fece scalpore, poi pian piano è scomparso dalle cronache nazionali. A inizio mese un gruppo di 18 pescatori siciliani fu fermato dai militari del generale libico, Khalifa Haftar, a circa 35 miglia da Bengasi. Si è trattato un vero e proprio sequestro, operato dalle Forze navali dell’Esercito nazionale libico. Oltre ai pescatori, anche i loro due motopesca, “Antartide” e “Medinea”, attivi nella zona siciliana di Mazara del Vallo, sono stati bloccati durante l’operazione. Ai marinai siciliani è stata imputata la presenza dei loro pescherecci all’interno delle 72 miglia che la Libia rivendica unilateralmente come proprie acque nazionali.
“È evidente – affermano i sindacati - come a quasi un mese di distanza dal sequestro e in base alle notizie che giungono da più parti, questa triste vicenda non abbia più nulla a vedere con una supposta violazione della zona di pesca libica, essendo diventata oggetto di una trattativa di ben più ampia portata della quale i lavoratori sequestrati e le loro famiglie sono divenute vittime inconsapevoli”.
Fai-Flai-Uila Pesca chiedono quindi a tutte le autorità e le istituzioni che ne hanno potere e competenza di adoperarsi al massimo e in fretta per assicurare l'immediata liberazione di tutti i marinai coinvolti e il loro pronto rientro a casa”. E che “dopo che si sarà risolta positivamente questa emergenza, di essere coinvolti nel confronto con le istituzioni competenti per definire una strategia utile affinché si possa avviare a risoluzione la questione delle zone di pesca nel Mediterraneo”.