PHOTO


Quella del 20 marzo sarà una serata importante per Trieste. La Cgil ha organizzato per l’occasione un confronto con Pier Luigi Bersani al Teatro Miela (ore 20:30, Piazza Duca degli Abruzzi 3), moderato da Nada Čok, giornalista di Rai FVG, e Stefano Milani, direttore di Collettiva. Con un obiettivo molto alto: quello di cucire insieme i temi al centro dell’attualità, partendo dalla situazione internazionale e declinandola tra le strade e le piazze di una città che per motivi storici e geografici resta unica nel panorama italiano. Sullo sfondo dei ragionamenti su Trump, la guerra in Ucraina e il riarmo in Europa, ma anche delle vicende che riguardano il Porto e le vertenze che hanno terremotato recentemente il tessuto produttivo e occupazionale del territorio, la specificità del 25 aprile triestino e il fortissimo vento di destra che soffia da tempo sul confine orientale.
Prova a spiegarci la complessità del momento il segretario generale della Camera del Lavoro, Massimo Marega, padrone di casa il 20 marzo. “Il nostro intento è quello di parlare al corpo dell’organizzazione, ma anche agli attivisti e ai cittadini, in coerenza con l’operazione che abbiamo già avviato con il neo-costituito comitato ‘25 aprile’. Offrire a tutti un momento di approfondimento per ragionare insieme dei processi di trasformazione che stiamo vivendo e dei temi valoriali che ne sono origine e causa, oltre che dei possibili sviluppi. Di fronte a questioni complesse non ci sono risposte facili. Per questo, secondo noi, Pier Luigi Bersani è la persona giusta, uno dei pochi politici che travalicano l’adesione al singolo partito. Auspichiamo che sia una serata di confronto che riesca a parlare alla nostra base ma anche fuori dalla nostra bolla, in un ritrovato senso di partecipazione”.
Marega: “Qui la destra sta tentando da tempo di riscrivere la Storia. Per questo il 25 aprile vogliamo festeggiare la Liberazione dal nazifascismo ”


“Trieste – continua Marega – è una città particolare, qui la Liberazione non si festeggia. Per questo, probabilmente, per le vicende peculiari che la città ha vissuto alla fine della seconda guerra mondiale, per la questione legata alle foibe, per il fatto di essere sul confine, il territorio è diventato un punto di partenza per il processo di riscrittura della Storia messo in atto dalla destra. E per questo abbiamo deciso, proprio l’anno nel quale ricorrono gli 80 anni dalla Liberazione, di costituire il comitato ‘25 aprile’. In quella data noi vogliamo festeggiare la Liberazione dal nazifascismo, oltre a commemorare i morti in Risiera di San Sabba, per noi atto dovuto e necessario. E vogliamo che a Trieste si smetta di equiparare, come spesso invece è avvenuto, le responsabilità tra vincitori e vinti. Il percorso è ampio, lo scopo è alto”.
Che clima si respira in città? Come è stato accolta l’operazione del comitato ‘25 aprile’?


“Il clima è teso, è innegabile. Siamo il confine orientale, abbiamo il tema delle foibe, in tanti fanno riferimento a quel pezzo di memoria. C’è fibrillazione da anni, c’è un clima culturale su cui la destra fa leva, il senatore di Fratelli d’Italia, Roberto Menia, va nelle scuole a spiegare le foibe, il quadro culturale e politico è estremamente complesso. In questo quadro si è affermata, negli anni, una militarizzazione della cerimonia pubblica del 25 aprile alla Risiera di San Sabba. Noi non siamo d’accordo e lo abbiamo detto pure al Comune e alle istituzioni locali. Tuttavia qui resta forte la presenza della destra, che ha fatto un investimento culturale importante su questi temi. Per reagire abbiamo creato una rete articolata e ben strutturata insieme ai partiti del centrosinistra e al mondo delle associazioni”.
Quali sono gli altri temi dell’iniziativa con Bersani?


“Il 20 marzo, però, non sarà solo questo. Vorremmo fosse anche altro. Vorremmo provare, in quella giornata, a predisporre collegamenti anche con i temi del referendum e con l’operazione politica che stiamo portando avanti. Cercando di rimettere al centro dell’azione democratica la partecipazione. Altro tema cruciale è quello della difesa della sanità pubblica. Su questo fronte abbiamo già in programma a Trieste per il prossimo 4 aprile una grande manifestazione con corteo predisposta congiuntamente dalla Cgil FVG e dal Coordinamento Salute Fvg e anche lì, come già sul 25 aprile, abbiamo attivato, a livello regionale, una rete che persegua l’obiettivo di informare la popolazione su questo e sui quesiti referendari, che ricostruisca percorsi partecipativi e educhi all’importanza dell’esercizio del diritto al voto dei cittadini. Dentro all’iniziativa del 20 marzo poi ci saranno le grandi questioni del lavoro esplose in città e strettamente connesse agli scenari internazionali di cui ragioniamo. Quella del Porto – pensiamo alla questione dell’accordo con i cinesi per la Via della Seta, poi ritirato –, ma anche quella delle multinazionali che abbandonano il nostro territorio, ultima la Wärtsilä che torna a produrre in Finlandia. Nuovi equilibri che alla fine penalizzano proprio i lavoratori”.
Marega: “È proprio da Trieste che può ripartire un’azione di riconquista degli spazi perduti”
“Qui la destra è particolarmente pervasiva, proprio qui nel Nord Est è in atto il tentativo di riscrivere la storia. Per questo – ha concluso Massimo Marega – pensiamo che proprio da Trieste può partire un’azione che, a livello nazionale, ci permetta di riprendere gli spazi perduti. Per farlo dobbiamo parlare a tutti, alla nostra base e a chi non ha la tessera della Cgil, dobbiamo riattivare la partecipazione di tutti. Per tenere insieme le questioni internazionali, storiche, il lavoro, la cittadinanza, la sanità, il 25 aprile. Adesso è il momento di provare a invertire la rotta. E la serata del 20 marzo vuole essere un primo passo in quella direzione”.

