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Aumentano, nelle Marche, le persone a rischio povertà, le famiglie a bassa intensità di lavoro e per le quali è un fardello il costo della stessa casa con il caro mutui e affitti.
Aumentano anche la mobilità passiva e chi rinuncia a curarsi. Il quadro emerge dal rapporto Bes 2023 (Istat), Benessere equo sostenibile, elaborato da Ires Cgil. “Questi indicatori sono il campanello d’allarme di una situazione che, se non va affrontata in modo adeguato, rischia di procurare un inesorabile declino della nostra regione”, commenta Loredana Longhin, segretaria regionale Cgil Marche.
Una ripresa economica, dunque, solo apparente: aumenta, rispetto all’anno precedente, la popolazione a rischio di povertà , che a oggi si attesta all’11,6%, un passaggio che non si registra nel resto del Paese, dove l’indicatore rimane stabile.
Aumenta anche la popolazione che vive in famiglie con bassa intensità di lavoro ossia con componenti (15-64 anni) che, nell’anno, hanno lavorato meno di un quinto del tempo teoricamente disponibile per attività lavorative (oggi al 6,4%) . Un altro dato in aumento riguarda quella parte di famiglie dove il costo totale dell’abitazione in cui si vive rappresenta più del 40% del reddito familiare. La casa è un bene primario. Il caro mutui e affitti per cittadini e studenti universitari (il 29% di questi ultimi ha problemi per pagare affitti e bollette), gli sfratti per morosità (di 751 sfratti, dati 2021, 625 per morosità, di questi 300 ad Ancona), le emergenze dovute al sisma e alle alluvioni, nonché le difficoltà familiari dovute alle vulnerabilità sociali, lavorative: sono questioni urgenti da affrontare e occorrono soluzioni condivise.
Rispetto al periodo pre covid, il peggioramento riguarda due indicatori: aumentano le persone che vivono in famiglie che arrivano alla fine del mese con grande difficoltà, a oggi al 4,1% e allo stesso tempo aumenta la quota di coloro che hanno visto peggiorare la propria situazione economica rispetto all’anno precedente (da 24,4% nel 2019 al 34,8% nel 2023).
Anche rispetto agli indicatori che riguardano la qualità dei servizi si rilevano diverse criticità. Per quel che riguarda i servizi sanitari, si conferma il persistere di criticità nell’offerta e nella fruizione dei servizi medesimi. Nell’ultimo anno è aumentata, rispetto all’anno precedente, l’emigrazione ospedaliera, a oggi al 13,4%, così come la quota di medici di medicina generale con un numero di assistiti sopra la soglia massima, ad oggi al 45,8%, ma soprattutto è aumentato il numero delle persone che rinunciano alle prestazioni sanitarie necessarie che al momento sono il 9,7%. I tempi di attesa per esami, visite ed interventi chirurgici, ormai insostenibili, sono l’indicatore più evidente della difficoltà del sistema sanitario a rispondere alle vere esigenze delle persone.
Insoddisfazione anche per i servizi di trasporto pubblico che non sono adeguati per cogliere le sfide di una mobilità sostenibile. Nelle Marche, appena il 2,6% degli utenti utilizza treni o autobus per i propri spostamenti contro il quasi 80% che preferisce il mezzo privato. Mai come in questo momento sarebbe necessario raggiungere il doppio obiettivo di offrire un servizio ai cittadini, e liberare le città dal traffico e dalle fonti inquinanti.
Chiosa Longhin: “Questa giunta regionale, purtroppo, dimostra di essere lontana dalla realtà quotidiana e non attenta ai problemi dei marchigiani. Se aumentano le persone a rischio di povertà e che rinunciano a curarsi, o per farlo vanno altrove, vuol dire o che la Regione spende male le risorse pubbliche o che è incapace di adottare politiche utili a contrastare la povertà e a garantire il diritto alla salute”.