Sono pochi e tardivi i tamponi a cui è sottoposto il personale sanitario nelle strutture pubbliche e private nelle Marche. Non si prevedono risorse economiche adeguate per riconoscere l’enorme sacrificio che fanno ogni giorno con il loro operato. Inoltre l’applicazione degli istituti normativi previsti dai vari "decreti Conte" è spesso restrittiva, come nel caso dello smart working per gli amministrativi. La denuncia arriva dai sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl regionali, che ieri hanno diffidato le strutture sanitarie e chiesto l'applicazione piena del Protocollo Nazionale sottoscritto con il ministero della Salute.
“Anche se non è strettamente riconducibile alle dirette responsabilità del servizio sanitario regionale, rimane ed è sottovalutata l’emergenza nell’ambito delle Rsa, residenze protette, case di riposo a gestione pubblica o mista – proseguono i segretari generali di categoria in una nota congiunta -: luoghi di cura che invece sono ormai diventati centri di propagazione del virus per pazienti e personale con dispositivi di protezione e controlli ancora ancor meno adeguati. Nei prossimi giorni avvieremo tutte le denunce e le azioni sindacali a supporto del personale che quotidianamente rischia la propria salute per tutelare i pazienti”.