La progettazione del Serpentone, chiamato così per la sua lunghezza – un grattacielo orizzontale alto 9 piani e lungo quasi mille metri – è iniziata negli anni successivi ai movimenti sociali e politici del 1968. Il progetto di Mario Fiorentino prevedeva spazi verdi e servizi di base, nidi, scuole, esercizi commerciali, botteghe di artigiani, studi professionali e ambulatori. Oltre ai 1.200 alloggi erano previsti una piazza, luoghi per le riunioni condominiali e le attività sociali.
Irene Ranaldi, sociologa urbanista, ripercorre le idee e le vicende che hanno portato alla trasformazione del quartiere in quello che oggi conosciamo. Da qualche anno ha fondato l'associazione di promozione sociale Ottavo Colle che percorre gli spazi urbani periferici con passeggiate culturali. Nel programma ricorrono spesso visite a quartieri come Corviale e Scampia, lontani dagli itinerari del turismo di massa.
"Corviale – spiega Ranaldi – avrebbe voluto rappresentare un modello abitativo alternativo, in netto distacco dallo sviluppo urbanistico di Roma iniziato negli anni Sessanta, che aveva portato alla nascita di quartieri dormitorio privi di servizi. Per tirare su il Serpentone di Corviale furono necessari nove anni, dal 1975 al 1984. Ma il cambiamento della società e le occupazioni illegittime degli spazi sortirono i loro effetti ben prima della fine dei lavori e delle assegnazioni. Come Fedora, la città invisibile immaginata da Italo Calvino, la città era già cambiata prima che se ne realizzasse il modello".