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La Fp, la Flc e la Filt Cgil di Roma e del Lazio sostengono il comitato “Lucha alla città”, presentato lo scorso sabato e nato col preciso scopo di salvare, anche attraverso la raccolta fondi per l’acquisto dello stabile, la fondamentale realtà romana della casa delle donne “Lucha y Siesta”, a rischio distacco utenze dal 15 settembre. L’immobile, occupato e poi reso agibile dalle donne della casa dal 2008, è all’interno del piano di concordato Atac e dovrà essere venduto entro il 2021.
“Come già accaduto per la Casa internazionale delle Donne – scrivono le categorie Cgil in una nota - non accettiamo il silenzio e l’indisponibilità a riconoscere e sostenere il valore e il ruolo sociale e culturale svolto per l’intera comunità cittadina da realtà autonome, libere, che hanno in gran parte ampliato la scarna e totalmente insufficiente offerta di servizi che le istituzioni pubbliche dovrebbero garantire”.
“Come è giusto risanare l’azienda pubblica dei trasporti – proseguono Fp, Flc e Filt Cgil – così Roma Capitale ha il dovere di sostenere realtà come Lucha y siesta, aperte, gratuite, libere e importanti non solo per un quartiere ma per un’intera metropoli, impegnandosi a trovare soluzioni adeguate. Non sono azioni tra sé necessariamente in conflitto, se si guarda all’unico obiettivo della salvaguardia del bene pubblico, e compito delle istituzioni è risolvere e contemperare eventuali interessi in opposizione. Il confronto finora negato da Roma Capitale dovrebbe avere l’unico scopo di individuare soluzioni praticabili per evitare lo sgombero dallo stabile, e con esso la fine di un servizio alla città. Se sono unicamente 23 i posti che il Comune di Roma ha a disposizione per l’accoglienza a donne vittime di violenza, i 14 posti di Lucha y Siesta da soli quasi raddoppiano l’offerta pubblica dei centri antiviolenza. Ed è incoerente anche con le scelte fatte in materia di sgomberi”.
“Non vorremmo pensare che azioni come questa facciano parte della negazione e della rimozione di un problema culturale di fatto persistente nella società, che porta troppo spesso a casi di femminicidio, abuso, violenze. Riconoscere che la risposta pubblica non è sufficiente a contrastare il fenomeno, sarebbe il primo passo per un atto di responsabilità e di apertura al riconoscimento e alla valorizzazione del grande contributo che Lucha y Siesta sta dando al rinforzo del “tessuto connettivo” della città. Come le tante realtà e le associazioni che già hanno dato la loro adesione, sosteniamo l’azione del Comitato e tutte le iniziative che si stanno mettendo in atto”, concludono le categorie Cgil.