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“Secondo i dati raccolti dall'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale in Lombardia ben 2, 1 milioni di cittadini hanno subito almeno una truffa online, pari al 21 % d e Ila popolazione. La situazione e ancora più grave per i giovani: un giovane su tre nella fascia d’età 25-34 anni e stato vittima di truffe legate agli acquisti online. Questo fenomeno preoccupante ha portato perdite globali stimate in oltre 40 miliardi di euro nel solo 2023”. E’ quanto si legge in un comunicato della Associazioni consumatori Lombardia diffuso dalla Cgil lombarda.
“Nonostante le denunce chiare e documentate avanzate a fine luglio durante un incontro ufficiale – proseguono -, la Regione Lombardia continua a non agire di fronte a una situazione allarmante che riguarda ormai milioni di cittadini. I dati più recenti sono sconfortanti e dovrebbero spingere le istituzioni a una risposta concreta e tempestiva. Purtroppo, invece, ci troviamo di fronte a una politica di immobilismo e indifferenza che mette a rischio la sicurezza dei consumatori.
Mentre a livello nazionale si e finalmente mosso qualcosa con l'approvazione dell'emendamento al ddl Cybersicurezza, che introduce ii reato di "truffa online" nell'ordinamento italiano, in Lombardia si assiste a un silenzio assordante da parte delle istituzioni regionali. Nonostante le nostre associazioni abbiano denunciato con forza la gravità della situazione, la Regione ha scelto di non intervenire, lasciando i cittadini in balia di truffatori sempre più sofisticati”.
Quindi l’appello alla Regione: “Chiediamo un immediato piano d'azione regionale per contrastare ii fenomeno delle truffe on line, un problema che coinvolge milioni di lombardi e che continua a crescere indisturbato. Servono campagne di sensibilizzazione, strumenti di difesa per i cittadini e un forte impegno istituzionale per evitare che le vittime aumentino giorno dopo giorno”.
“Noi siamo pronti a fare la nostra parte e attivare i nostri sportelli sul territorio per tutelare i cittadini, ma la tutela in questi casi e difficile, con l'esperienza maturata grazie al progetto in via di conclusione e finanziato dal Mimit (quindi dal ministero non certo dalla Regione) abbiamo messo in campo delle azioni di prevenzione che in questi casi sono essenziali. Ma – concludono – il lavoro da fare e ancora molto e non possiamo permettere che l'inazione diventi la norma”.