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Censure, provocazioni, querele, manganelli. Questo 25 aprile ha un sapore più aspro del solito. E un disgusto profondo verso chi confonde il governo con il comando. L’autorevolezza con l’ordine. La ragione con la disciplina. E attende trepidante un pericoloso ritorno al passato.
Ma è il presente a tenerci col fiato corto. L’occupazione mediatica, il pugno di ferro, la Costituzione smembrata, il corpo delle donne vilipeso, le cariche agli studenti, il bavaglio alla critica, la repressione del pensiero. E potremmo continuare a narrare tutte le nefandezze di chi, forte di un potere temporaneo, fomenta lo scontro e anestetizza il dissenso.
Di chi si presenta con la faccia buona, la camicia stirata e il ghigno smagliante a farci la morale. A raccontare la favoletta che in realtà il fascismo non esiste. Che è roba morta e sepolta ottant’anni fa. Che siamo tutti ossessionati da un tempo che fu. Un messaggio a reti unificate vomitato proprio da chi considera la democrazia un optional, una carta da giocare all’interno di un mazzo truccato.
In realtà non molla mai, boia di un virus. Si rigenera, cambia forma e abitudini. Si evolve, sintonizzandosi sulle frequenze dei nostri tempi. Il fascismo si insinua nella precarietà del lavoro, si annida tra le pieghe di una democrazia malconcia, prolifera nel disagio sociale, assesta colpi all’insicurezza strisciante, strizza l’occhio alla pancia borbottante del Paese.
E genera mostri sempre nuovi. Da chi si dichiara “orgogliosamente fascista” con aria sfidante e paciosa come se stesse ostentando la sua fede calcistica. A chi la parola antifascista non riesce proprio a pronunciarla, come un servitore smemorato dello Stato che ha giurato sul manuale delle giovani marmotte invece che sulla Carta costituzionale.
Faccio mie le parole della scrittrice Viola Ardone. “Tra fascismo e antifascismo non c’è una terza via, se non la strada grigia dell’ignavia e della noncuranza. Il fascismo è stato un male radicale per la storia del nostro Paese, l’antifascismo invece la sua cura. Per questo motivo nella Costituzione il fascismo è bandito, mentre l’antifascismo è valore fondante, costituente, intrinseco, così come la libertà di espressione, di pensiero, di culto, di riunione”.
Buon 25 aprile (quasi) a tutti.