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Sempre peggio la situazione del piano vaccinale in Lombardia. La Regione ha annunciato che entro l’11 Aprile tutti gli over 80 saranno vaccinati. I cittadini protestano e molte delle loro storie vengono raccontate al sindacato. Qui di seguito pubblichiamo una lettera indirizzata alla Cgil di Milano, una denuncia fortissima da parte di un privato cittadino.
"Intanto - inizia così il post della Cgil di Milano sulla pagina Facebook del sindacato - a noi continuano ad arrivare lettere di iscritte/i che raccontano preoccupate/i...storie come questa:
"Mio padre, classe 1940, è uno dei tanti ottantenni in attesa di avere il vaccino anti-covid. Credo che la sua storia possa essere simile a quella di molti altri anziani lombardi.
Mio papà è affetto da BPCO, broncopneumopatia cronico ostruttiva, con difficoltà respiratoria che porterebbe gravi complicanze se dovesse contrarre il covid 19. La sua vita nell’ultimo anno è stata attraversata da questa consapevolezza e da una discreta dose di paura di contrarre il virus.
Ecco perché mi sono precipitata a prenotare la vaccinazione il giorno che Regione Lombardia ha aperto le iscrizioni, il 15 febbraio. È stata una gran corsa, ore intere passate davanti al computer, però la posta in gioco è troppo alta per farsi domande.
Mi mandano la ricevuta di adesione: l’iscrizione è andata a buon fine.
Il 27 febbraio mio marito (che aveva effettuato l’iscrizione per suo padre novantenne) mi dice di aver ricevuto un messaggio dalla regione Lombardia che si scusa per il ritardo della campagna vaccinale.
Io non ricevo nulla. Inizio a preoccuparmi.
Mi faccio mille domande, mi dico che, magari, posso aver dimenticato il cap. il vaccino per mio padre significa sopravvivenza.
Nel dubbio, faccio una nuova iscrizione.
Anche questa è andata a buon fine.
Finalmente dopo pochi giorni arriva il messaggio di scuse ed è l’unico messaggio che mio padre ha ricevuto in due mesi.
Nel frattempo viene contattato dall’ospedale per essere operato al cuore per un intervento che aspetta da tempo. Mio papà entra in ospedale l’8 marzo. Sul fronte vaccino, silenzio.
Il 16 marzo viene trasferito in un’altra struttura per la riabilitazione post operatoria e vi rimane fino al 31 marzo. Gli vengono fatti diversi tamponi, fortunatamente tutti negativi. Emotivamente siamo sulle montagne russe.
Sono passate 6 settimane dalla prima iscrizione, tutto tace.
Il tempo passa e aumentano le aspettative. Si leggono le dichiarazioni di Regione Lombardia, un’escalation di proclami, impegni, numeri di vaccinati e di vaccini. Ma per mio papà niente. Eppure è un ultra80enne, malato di enfisema, appena operato al cuore.
Come è possibile che si siano dimenticati di lui?
Qualche giorno fa è stato dimesso e adesso è a casa.
Vive da solo e ogni giorno esce per fare la spesa e comprare il giornale.
La preoccupazione sale.
Quindi mio papà si attiva e inizia a chiamare il numero verde della Regione 800894595.
Il 31 marzo, alla prima telefonata, gli viene detto che passeranno il suo nominativo al centro vaccinale.
La seconda telefonata la faccio io, per dare il numero della prenotazione, ma mi viene detto semplicemente che verrà chiamato, di aspettare.
Mio papà fa una terza telefonata, in cui prendono il numero di prenotazione ma non danno alcuna informazione.
Oggi alle 8.30 mio padre chiama ancora il numero verde. Gli viene detto che martedì 6 gli invieranno un messaggio con l’appuntamento per il vaccino.
Quattro telefonate, quattro risposte diverse.
Dal 15 febbraio abbiamo fatto due (ben due!) iscrizioni per il vaccino, un intervento al cuore e due settimane di riabilitazione. Del vaccino anticovid, nessuna traccia.
Mi chiedo come sia possibile che nessuno si sia accorto di ciò che accade ai nostri cittadini più anziani. Dov’è la sanità territoriale?
Ho deciso di scrivere la mia esperienza perché la trovo una vicenda VERGOGNOSA e irrispettosa dei nostri anziani.
Il vaccino è un diritto, non è un privilegio da elemosinare.
Scrivo questa mia testimonianza per dare voce ai tanti, troppi, anziani che ogni giorno assistono agli annunci roboanti della politica regionale ma che poi si trovano a misurare la voragine tra questi annunci e ciò che effettivamente accade.
Non credo che qualcuno vorrà rispondere alla mia lettera, spero almeno che venga data una risposta al più presto a tutti gli anziani che, come mio papà, stanno aspettando quanto loro spetterebbe di diritto."