PHOTO
Vi ricordate la slavina d'acqua che si è abbattuta il 19 ottobre scorso su Bologna? 175 millimetri di pioggia che in poche ore hanno invaso la città, i rider che sotto il diluvio hanno continuato a fare consegne in bicicletta e in motorino, nonostante il sindaco avesse detto di non uscire di casa, e la Cgil che ha presentato un esposto in Procura per accertare le responsabilità delle aziende di delivery che non hanno sospeso le attività.
Perché questa situazione non si ripeta, la deputata Pd Chiara Gribaudo ha presentato un emendamento alla legge di bilancio. Obiettivo, introdurre una norma che impone lo stop ai ciclofattorini in caso di situazione climatiche eccezionali, pioggia battente, neve, caldo estremo.
Legge Griseri, anzi Prisco
L’hanno subito ribattezzata legge Paolo Griseri, il vicedirettore della Stampa scomparso un mese fa che si è sempre occupato dei diritti dei lavoratori e dei precari: il suo ultimo articolo su un rider di Bologna fotografato mentre attraversava le strade nella notte dell'alluvione, ha aperto un dibattito sulle condizioni dei ciclofattorini.
La proposta è stata condivisa dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini: “Affiancherei al nome di Griseri – ha dichiarato il leader sindacale in un’intervista alla Stampa – quello di Antonio Prisco, rider di Napoli scomparso nel 2021 a soli 37 anni, che si è battuto tra i primi per dare dignità e diritti ai lavoratori di questo settore, costruendo un coordinamento nazionale e realizzando nella città partenopea la casa dei rider”.
Cassa & indennità
Ma cosa prevede l’emendamento, che potrebbe anche prendere la forma di un disegno di legge? Quando scatta un’allerta meteo di colore rosso, che dovrebbe essere emanata dal ministero del Lavoro, stop alle attività con divieto di consegna e un’indennità per i lavoratori: una cassa integrazione finanziata dalle imprese per i dipendenti e i parasubordinati, mentre per chi è a partita Iva e co.co.co. un fondo che andrebbe istituito all'Inps. L’indennità giornaliera sarebbe pari al 50 per cento del reddito medio percepito negli ultimi tre mesi, con un tetto massimo di 50 euro.
“È un emendamento che costa molto poco, il fondo Inps sarebbe alimentato con cinque milioni di euro in via sperimentale, ma darebbe un segnale di unità del Parlamento su questi argomenti”, ha dichiarato Gribaudo presentando la proposta: “Un impegno che ovviamente non si esaurisce qui”.
Da sottolineare che Just Eat, l’unica piattaforma che si è dissociata da Assodelivery per applicare il contratto collettivo ai suoi rider, ha una procedura concordata a livello nazionale con le organizzazioni sindacali per la gestione delle condizioni meteo avverse, con conseguente sospensione delle attività e del servizio.
Salto di qualità
La norma rappresenterebbe un salto di qualità sul fronte della sicurezza di questi lavoratori, che operano in strada tutti i giorni, giorno e notte, sotto la pioggia battente come sotto il sole a picco. Un aspetto, questo, che preoccupa molto i rider. Da un’indagine condotta dalla Cgil Palermo e presentata di recente, risulta che il 73,8 per cento dei ciclofattorini si sente poco sicuro, il 19 per niente. Le preoccupazioni maggiori sono legate alla condizione delle strade (86 per cento), ai furti (47,7), alle aggressioni fisiche (41,9) e verbali (27,9), alle condizioni meteo (45,3).
Libro bianco sui rider
Il libro bianco della Cgil Palermo scatta una fotografia del rider tipo: ha tra i 30 e 40 anni, è maschio nell’81,9 per cento dei casi, ha un’istruzione media o anche medio alta, il suo reddito proviene quasi esclusivamente da questa attività. Infatti, il 32,6 per cento degli intervistati fa il rider da 11 a 20 ore a settimana, il 30,2 per cento da 21 a 30 ore, il 23,3 per cento più di 40 ore.
“Il modello imposto dalle piattaforme di delivery non è attualmente compatibile con diritti, tutele e sicurezza dei lavoratori”, afferma il segretario di Nidil Cgil Palermo Francesco Brugnone: “Negli ultimi anni le proteste, le rivendicazioni e gli scioperi dei rider sono stati all’ordine del giorno, perché le loro condizioni non sono dignitose, neppure per i guadagni. Basti dire che per portare a casa mille euro netti al mese un rider deve lavorare quasi sette giorni su sette per almeno otto ore al giorno”.