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Un parterre d’eccellenza quello che ha animato il confronto organizzato da Cgil e Fisac nel seminario “Il contrasto al riciclaggio, all’evasione fiscale, alle infiltrazioni criminali per una economia sana e legale”: Francesca Salviato, coordinatrice dipartimento legalità della Fisac; Laura La Rocca e Simone Paci, dipartimento Normativa unità di informazione finanziaria di Banca d’Italia; Paolo Fidel Mele, segretario nazionale Fisac; Mario Palazzi, sostituto procuratore del Tribunale di Roma, Direzione distrettuale antimafia; Francesca Palisi, responsabile servizio consulenza Legale e Tributaria di Abi; Cristian Perniciano, Politiche fiscali della Cgil Nazionale; Carlo Tomassini, vice comandante operativo Nucleo speciale di Polizia Valutaria Guardia di Finanza; Emilio Miceli, responsabile Legalità della Cgil Nazionale.
Le prime vittime di illegalità, dal riciclaggio al caporalato, dalle infiltrazioni mafiose nell’economia sana alla corruzione, fino alle buste paga irregolari o in nero sono proprio i lavoratori e le lavoratrici e allora “legalità è precondizione di un lavoro sano e dignitoso”, come ha ricordato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini nel suo saluto. Il leader di Corso d’Italia ha sottolineato che “legalità e giustizia sociale sono i pilastri fondamentali per far ripartire il Paese e riprogettare la società”.
La corruzione, oltre a essere un reato in sé è anche spia di altro, ad esempio delle infiltrazioni della criminalità organizzata. I dati diffusi dalla struttura di informazione finanziaria istituita presso la Banca d’Italia sono assai preoccupanti: le segnalazioni sono passate da 98.030 nel 2018 a 155.426 nel 2022, il 63% in più in 5 anni. Nella stragrande maggioranza sono arrivate da lavoratrici e lavoratori: per stare ai dati del 2022, l’87,5% è stata effettuata da intermediari e operatori bancari e finanziari, il 3,6% da professionisti e solo lo 0,2% da commercialisti, consulenti del lavoro e società di revisione.
Ricostruire una cultura della legalità è indispensabile non solo alla coesione sociale ma anche ad un’economia sana. Ed è proprio a questo proposito che Landini ha sostenuto che “una serie di provvedimenti approvati da questo Governo non vanno nella direzione utile per affrontare questo tema, penso ad esempio alla modifica al codice degli appalti così come ai provvedimenti fiscali”. E rispetto al Pnrr c’è preoccupazione perché “è necessario un rilancio degli investimenti pubblici, ma occorre spendere bene” e per farlo – allora - è necessario mettere in campo una strategia di prevenzione e controlli contro corruzione e infiltrazioni. Non vanno certo in questa direzione né la nuova normativa sui contratti pubblici né la revisione della modalità di controlli per La Corte dei Conti.
C’è un impegno, allora, assunto dal segretario generale: “Attraverso una iniziativa da proseguire sui territori e insieme ad altri soggetti, costruire una solida cultura della legalità. Perché la legalità è un faro per la Cgil, qualifica la sua azione e il suo agire. È presente nel nostro statuto non solo come fine sociale ma come elemento valoriale. Un impegno che si rinnova a tutti i livelli, legato indissolubilmente a come si garantisce un lavoro sicuro, di qualità, non precario e che permetta alle persone di vivere libere e dignitosamente”.