“La situazione del mondo del lavoro è peggiorata, ma, paradossalmente, la pandemia è servita a mettere a nudo tutte le nostre carenze e inefficienze strutturali, a partire dalla condizione drammatica in cui vive la maggior parte dei lavoratori precari”. E’ quanto ha sostenuto Tania Scacchetti, segretaria confederale Cgil, intervenuta alla tavola rotonda su ‘Dignità e qualità per un nuovo lavoro’, nell’ambito delle ‘Giornate del lavoro 2020’. “Sono proprio i lavoratori precari che hanno contribuito a tenere in piedi il Paese in un periodo così difficlle - pensiamo al ruolo dei rider durante il lookdown -, ed è dal riconoscimento dei loro diritti e professionalità e dalla valorizzazione della loro condizione che dobbiamo ripartire al più presto, occupandoci dei nuovi lavori, della discontinuità lavorativa, mettendo al centro il valore del lavoro e dei processi lavorativi. Oggi dobbiamo fare i conti con nuove forme di lavoro e rapportarci più che a nuovi lavoratori a moderni schiavi, che vedono non riconosciute conquiste che per noi erano assodate da decenni, come un salario adeguato, il diritto al riposo, condizioni di lavoro dignitose, dove sia salvaguardata in primis la sicurezza. La nostra sfida al cambiamento parte da qui, sapendo che il 46% dei nostri bambini farà un domani un lavoro che oggi ancora non esiste. In tale ottica, ci vuole una rete di protezione che tuteli e metta al centro il valore del lavoro. Perciò, abbiamo presentato la Carta dei diritti universali per tutti”.
“Il mondo del lavoro va ridisegnato, assicurando tutele e garanzie a chi non ne ha“, ha ricordato Franco Focareta, membro commissione Colao, giuslavorista docente all’università di Bologna. “Questa crisi ha messo in evidenza fragilità insormontabili del nostro mercato del lavoro. La flessibilità ha generato lavoro precario e una frammentazione del ciclo produttivo delle imprese con la proliferazione di appalti e subappalti, che a sua volta hanno ridotto le coperture dei lavoratori, in termini di salari e diritti, oltrechè la solidità di molte aziende, che saltano dopo appena due-tre mesi di mancata liquidità. Per questo, in termini di cambiamento, più che mai indispensabile, c’è bisogno di un nuovo Statuto dei lavori, ma anche di un diverso modo di fare imprenditoria, con un nuovo Statuto delle imprese. Chiedo al governo lo stesso coraggio che ebbero i governi degli anni Sessanta, quando crearono l’Intersind, l’associazione delle aziende statali in sede di trattative sindacali. Alla base, c’è bisogno di un’impresa sana e strutturata, che investa sul lavoro e produca ricchezza, puntando sulla qualità con la partecipazione attiva dei lavoratori”.
Nel corso del dibattito, è intervenuto anche Claudio Domenicali, amministratore delegato Ducati motor holding spa: “La nostra situazione aziendale è ottimale e stiamo già pensando al 2030 in chiave di progetti. Oltre agli investimenti in ricerca e sviluppo, all’innovazione tecnologica e alla qualità del prodotto, uno dei nostri punti di forza è il buon rapporto instaurato con i sindacati e i lavoratori. Tutti gli accordi ottenuti vanno in tale direzione. Da tempo, abbiamo raggiunto un equilibrio tra esigenze aziendali e contratti di lavoro soddisfacenti. Questo, perché consideriamo i sindacati un nostro partner, non una controparte. E posso dire che il confronto con loro è illuminante, perché da parte di entrambi c’è sempre la volontà di arrivare a trovare una soluzione. Parimenti con loro, assieme anche a Rsu e Rls, abbiamo messo in piedi una task force per gestire la pandemia, dove un’apposita commissione si riunisce più volte alla settimana per affrontare tutti i problemi. Ma il nostro modello funziona anche per merito del territorio e delle istituzioni locali. Da parte di tutti, c’è un’assunzione di responsabilità, che spesso manca nel nostro Paese”.