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Migliaia le persone giunte da tutta Italia, per la grande manifestazione per la pace, i salari e la non autosufficienza, promossa dallo Spi Cgil oggi al Parco della Montagnola di Bologna. Con il segretario dello Spi Ivan Pedretti e il segretario della Cgil Maurizio Landini.
"Bisogna fermare questa guerra folle che Putin ha avviato". E il modo, scandisce Maurizio Landini, non è moltiplicare le armi. Il segretario nazionale Cgil ha parlato sotto il palco della manifestazione "Pace, redditi, autosufficienza" nel corso della festa nazionale dello Spi-Cgil e del suo mensile LiberEtà, che si è conclusa oggi. "È sotto gli occhi di tutti - dice Landini - la spirale che si è aperta e il rischio è non solo che non si fermi, ma che quella guerra si estenda. Il rischio che stiamo correndo è che oggi la guerra abbia un carattere nucleare, non semplicemente una guerra di posizione e di trincea". Serve quindi, secondo il numero uno Cgil, "un'azione diplomatica e politica molto forte perché il problema è costruire la pace e per farlo non si deve riarmare, non si devono aumentare le spese nelle armi, per costruire la pace bisogna favorire il confronto, la soluzione e la democrazia". Fondamentale in questo, secondo Landini, il contributo dei lavoratori e dei pensionati. Perché "quando c'è la guerra non la pagano quelli che decidono di farla, ma la subiscono i lavoratori, i pensionati, i giovani, le donne".
Gli interventi di Pedretti e Landini (clic col tasto destro del mouse per attivare i controlli audio e video)
Landini ha anche rilanciato la ricetta del sindacato per la riforma delle pensioni. Favorire le donne che fanno "il doppio o il triplo lavoro", perché impegnate anche a casa, e chi svolge i lavori più duri, "fa i turni o lavora di notte". Perché "fare regole uguali quando i lavori sono diseguali è sbagliato". Si parte, per il segretario nazionale Cgil, dal lavoro dignitoso: dunque il primo tema "è combattere la precarietà folle che si è determinata". Per questo la Cgil sta chiedendo di "modificare radicalmente la Fornero, introducendo una pensione di garanzia" che garantisca una copertura anche nei periodi di disoccupazione.
Per Landini, sulle pensioni serve "un sistema flessibile", col quale a 62 anni si possa scegliere "se andare in pensione coi contributi versati". Inoltre "pensiamo che vada introdotto un criterio che dopo 41 anni di lavoro e contributi permetta di andare in pensione". Infine, per la Cgil andrebbe introdotta una differenziazione che permetta di andare prima in pensione per chi svolge i lavori più "gravosi".
Secondo il numero uno della Cgil va anche "riconosciuto il lavoro di cura", perché nei fatti "c'e' una grandissima differenza tra gli uomini e le donne. Aver fatto regole uguali non è un elemento di parità ma vuol dire fare pagare un prezzo maggiore alle donne". La Cgil auspica infine un intervento fiscale che "riduca la tassazione sulle pensioni e il lavoro dipendente, a partire dai redditi più bassi" perché oggi col crescere dell'inflazione "molti lavoratori e pensionati oggi non arrivano alla fine del mese".