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Le lavoratrici e i lavoratori agricoli scendono in piazza questa mattina (10 aprile) sotto le sedi delle Prefetture di tutta Italia, a sostegno della piattaforma rivendicativa di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, per chiedere a Governo e Parlamento di modificare il decreto Sostegni che contiene gravi discriminazioni nei confronti del lavoro agricolo. I sindacati chiedono, in particolare, il riconoscimento per l’anno 2020 delle stesse giornate di lavoro del 2019 e l’introduzione del bonus per i lavoratori stagionali agricoli insieme alla sua compatibilità con il reddito di emergenza.
Centinaia le manifestazioni in tutta Italia, slogan “Lavoratori agricoli: zero sostegni, zero diritti”. I segretari generali di Fai, Flai e Uila, Onofrio Rota, Giovanni Mininni e Stefano Mantegazza intervengono, rispettivamente, nelle piazze di Treviso, Napoli e Roma.
Tantissimi dunque gli appuntamenti in programma. Partiamo dall’Emilia-Romagna dove il comunicato regionale ricorda che “i lavoratori di questi settori nel 2020 hanno perso milioni di giornate di lavoro in Italia, mentre nella nostra regione stimiamo la perdita di oltre 550.000 giornate lavorative a causa della crisi del canale Horeka, ma anche a causa delle intemperie climatiche e delle cimici asiatiche che hanno colpito duramente i territori a maggior vocazione ortofrutticola come il territorio ravennate (-26% delle giornate lavorate rispetto al 2019)”.
“Oltre a questi punti, per noi essenziali – continua la nota – nelle mobilitazioni presenteremo anche la richiesta di riconoscere la “clausola sulla condizionalità sociale” nella Politica agricola comune (PAC) e nei Piani di Sviluppo Rurale (PSR), per fare in modo che i contributi europei vadano solo a chi rispetta i contratti di lavoro e le leggi sociali e rimarcheremo la nostra contrarietà al tentativo di semplificare, ancora di più, l’uso dei voucher in agricoltura, con gravi ricadute sulle tutele e i diritti dei lavoratori. Infine, con la mobilitazione, vogliamo ribadire l’esigenza di rinnovare rapidamente i contratti provinciali, scaduti il 31 dicembre 2019 e che non vedono ancora nessun rinnovo nel nostro territorio regionale (a livello nazionale sono solo nove su 96 quelli rinnovati)”.
A Parma l'appuntamento è dalle 9.30 alle 11.30 davanti alla sede della Prefettura in strada Repubblica.
A Reggio Emilia dalle 09:30 alle 11:30 presidio davanti la Prefettura.
A Modena l’appuntamento è dalle ore 10 alle 12, davanti alla Prefettura, in via Martiri della Libertà 34. “Come preannunciato al Prefetto di Modena – si legge nella nota del sindacato provinciale - gli operai agricoli a tempo determinato (O.T.D.) occupati nelle aziende agricole private e cooperative della provincia modenese ammontano a un totale di 13.125 unità (dati Inps 2018). Nel 2020 i lavoratori agricoli sono stati impegnati nelle attività essenziali per garantire la continuità delle produzioni agricole, anche in situazioni di rischio rispetto alle possibilità di contagio. A questo si aggiunge una contrazione del reddito a causa della diminuzione delle giornate lavorate nel 2020, la stasi delle negoziazioni per il rinnovo del Contratto Provinciale degli operai agricoli privati scaduto ormai da 15 mesi e i tentativi di reintrodurre i voucher in agricoltura”.
A Bologna il presidio è stato convocato dalle 9.30 alle 11.30, sempre davanti alla Prefettura.
Stesso copione in Sicilia, dove si svolgono sit-in davanti a tutte le Prefetture. “Chiediamo il bonus anche per i lavoratori dell’agricoltura - dicono i segretari delle tre sigle sindacali di categoria, Tonino Russo, Pierluigi Manca e Nino Marino - e la sua compatibilità con il reddito d’emergenza. Inoltre, il cosiddetto ‘trascinamento’ delle giornate effettuate nel 2019, cioè nel periodo antecedente la pandemia, per potere godere delle stesse prestazioni assistenziali dell’anno precedente, considerando il Covid19 alla stregua di una calamità naturale”. Una richiesta quest’ultima che riguarda anche i lavoratori “fragili” e quelli degli agriturismo. Le tre federazioni di categoria chiedono anche il rinnovo dei contratti provinciali di lavoro e il nuovo contratto nazionale dei forestali, che vede al momento le trattative tra le parti in una fase di stallo. Inoltre, la cassa integrazione stabile per i pescatori e l’estensione della Naspi ai dipendenti a tempo indeterminato di imprese cooperative e dei loro consorzi. “Le misure – aggiungono Russo, Manca e Marino - devono comprendere anche i lavoratori immigrati, il cui contributo alle attività in agricoltura e pesca è determinante”.
In Umbria sono oltre 14mila le lavoratrici e i lavoratori del settore agricolo, circa 11mila in provincia di Perugia e 3 mila in quella di Terni. “Il decreto Sostegni riconosce una indennità di 2.400 euro per i lavoratori stagionali e a tempo determinato e di importo variabile per altre categorie - spiegano Flai, Fai e Uila - Anche aziende agricole e agriturismi hanno avuto accesso ai ristori, ma non i loro dipendenti, fatto inspiegabile considerando che i lavoratori agricoli non possono usufruire della Naspi, ma hanno subito la perdita di milioni di giornate di lavoro a causa dell’emergenza Covid e quindi anche della disoccupazione agricola. A questa clamorosa ingiustizia - proseguono i sindacati - si aggiunge la preoccupazione per il riemergere, attraverso alcune dichiarazioni a mezzo stampa, della tentazione di modificare, semplificandola, l’attuale normativa sui voucher in agricoltura, nonostante il contratto collettivo nazionale garantisca già tutta la flessibilità di cui necessitano le imprese. Inoltre, lo stallo dei rinnovi contrattuali provinciali, sta evidenziando la difficile soluzione delle trattative in tutta Italia, Umbria compresa”.
L’appuntamento a Perugia è per le ore 10.30 sotto il palazzo della Prefettura in piazza Italia. Nel corso del presidio una delegazione sindacale sarà ricevuta dal prefetto. "Se non si troveranno risposte positive alle giuste richieste dei lavoratori agricoli nelle prossime settimane, saranno implementate ulteriormente le iniziative di mobilitazione”, avvertono i sindacati.
Protesta questa mattina anche nelle Marche.
In Toscana i presìdi sono organizzati per questa mattina dalle 10 alle 12 davanti alle Prefetture di Firenze, Siena, Grosseto e Arezzo, le principali province agricole in rappresentanza di tutta la regione.
Il post Facebook della Cgil Siena.
Tutto pronto anche in Puglia. A Lecce le segreterie territoriali dei sindacati di categoria hanno deciso di radunarsi davanti all’Ufficio territoriale del Governo dalle ore 9 alle 11 e hanno chiesto un incontro al prefetto Maria Rosa Trio.
Anche Flai, Fai e Uila della Bat, Barletta Andria Trani, si mobilitano questa mattina davanti all’Ufficio di Governo a Barletta. in via Cialdini dalle ore 9 alle 11.
“Nei diversi decreti messi a punti durante la pandemia, ultimo il Decreto Sostegni, si escludono un milione di lavoratori e lavoratrici agricole, circa 20 mila per la Bat, per loro non c’è nessuna indennità e alcun tipo di sostegno al reddito. Lavoratori che erano ritenuti essenziali ma che a distanza di un anno si vedono costretti a scendere in piazza. Se uno è essenziale lo è sempre e invece loro sono stati progressivamente dimenticati. Se si fermano le lavoratrici e i lavoratori agricoli, si ferma tutto: questo è il settore primario del Paese, che garantisce il cibo. Ma per loro solo le briciole, 600 euro a marzo 2020 e 500 euro ad aprile 2020 che se messi a confronto con le misure di sostegno destinate al mondo delle imprese agricole è dir poco vergognoso”, tuonano Gaetano Riglietti, segretario generale Flai Cgil Bat, Pasquale Fiore, segretario generale Fai Cisl Bari-Bat e Pietro Buongiorno, segretario generale della Uila Uil Bari-Bat.
Lavoratori agricoli oggi in presidio anche davanti alle Prefetture della Campania. Previsti presidi davanti alle Prefetture di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno a partire dalle ore 9.00. A Napoli, l’appuntamento è in piazza Plebiscito, alla presenza del segretario generale Flai Cgil nazionale, Giovanni Mininni, a nome delle tre categorie di Cgil, Cisl e Uil.
In Liguria ci sono 4.500 lavoratori agricoli, di cui 3.400 uomini e 1.100 donne suddivisi tra 7.500 imprese agricole. Fai Cisl Flai Cgil Uila Uil chiedono quindi che a questi lavoratori siano garantiti diritti contrattuali, un reddito dignitoso e sostegni adeguati.
Anche in Veneto tanti i presidi. Questa mattina, dalle 10.00 alle 12.00, le categorie di Padova di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila manifestano – nel rispetto di tutte le norme sanitarie legate alla pandemia - in Piazza Antenore, davanti alla Prefettura, nell'ambito della giornata di mobilitazione nazionale delle lavoratrici e lavoratori agricoli, degli agriturismi e del settore del florovivaismo.
Nel corso della mattinata una delegazione sindacale verrà ricevuta dal Prefetto Renato Franceschelli, al termine dell’incontro, indicativamente alle 11.00, è convocata una Conferenza Stampa in cui i rappresentanti territoriali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila relazioneranno sull’incontro e spiegheranno le motivazioni della protesta, le rivendicazioni dei lavoratori e le peculiarità della loro situazione del settore agricolo nella nostra provincia.
Presidio anche in Friuli Venezia Giulia. L'appuntamento a Udine, dalle 10 alle 11.30, davanti alla Prefettura. "Anche il Governo Draghi si sta dimenticando di questo settore".
"Essenziali in tutte le fasi della pandemia per portare beni primari sugli scaffali della distribuzione e sulle tavole degli italiani – denunciano i segretari regionali Claudia Sacilotto (Fai Cisl), Alessandro Zanotto (Flai-Cgil) e Pierpaolo Guerra (Uila-Uil) – i lavoratori agricoli sono stati dimenticati anche dal Governo Draghi, discriminati ed esclusi dal diritto di ricevere un minimo sostegno economico per le giornate perse di lavoro a causa dell’emergenza sanitaria. Con la mobilitazione di domani rinnoviamo la richiesta di un bonus per gli stagionali dell’agricoltura, compatibile con il reddito di emergenza. Anche a questi lavoratori, infatti, vanno garantiti diritti contrattuali, un reddito ed un adeguato sostegno".
Tanti gli appuntamenti anche in Lombardia.
Le lavoratrici e i lavoratori agricoli da aprile dello scorso anno sono stati esclusi da ogni ristoro e da ogni sostegno. Questi lavoratori hanno ricevuto pochissimo: 600 euro a marzo 2020 e 500 euro nell'aprile successivo. Invece le imprese agricole hanno ricevuto moltissimo (ciò nonostante c’è anche chi si lamenta per “l’eccessivo assistenzialismo dello Stato nei confronti dei lavoratori”). A denunciare questa situazione è Federica Cattaneo, segretaria generale della Flai Cgil di Monza e Brianza, sigla che, insieme a Fai Cisl e Fai Cisl e Uila Uil, sarà presente sabato davanti alla prefettura per il presidio con i lavoratori.
Con il presidio organizzato a Monza dalle organizzazioni sindacali, prosegue la mobilitazione iniziata in Piazza Montecitorio il 31 marzo scorso per chiedere equità e interventi a sostegno dei lavoratori che operano nei settori dell’agricoltura, perché "gli essenziali sono essenziali sempre!", sottolinea Cattaneo.
"Senza questi lavoratori questo Paese non riuscirebbe letteralmente a vivere. L’agricoltura è il settore primario: quello che garantisce il cibo sulle nostre tavole. Eppure, esaltati durante i mesi del lockdown, questi stessi lavoratori sono finiti progressivamente nel dimenticatoio" ricorda la segretaria generale della Flai Cgil di Monza e Brianza.
"Il sindacato riceve dagli operai agricoli chiamate sempre più frequenti e drammatiche: sono letteralmente alla fame, sentono parlare in televisione di sostegni e poi scoprono di essere esclusi", spiega la dirigente sindacale.
“Ancora una volta i decreti del governo hanno dimenticato i lavoratori stagionali dell’agricoltura, i florovivaisti, forestali e gli addetti degli agriturismi, che nei mesi tragici della Pandemia, anche a Bergamo, hanno contribuito a garantire che non mancasse cibo sugli scaffali di negozi e grande distribuzione”: è la denuncia di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil di Bergamo. Anche sul territorio provinciale, come nel resto del paese, gli addetti – circa 5mila – faticano a raggiungere le coperture necessarie degli ammortizzatori sociali agricoli. Per questo il sentimento diffuso tra i lavoratori del settore è quello di “profonda ingiustizia: prima il Governo Conte, ora il Governo Draghi, zero sostegni Covid e zero diritti” spiegano Gianluigi Bramaschi di Fai Cisl, Valentino Rottigni di Flai Cgil e Rossella Valente di Uila Uil di Bergamo.
È arrivato, dunque, il momento della protesta: questa mattina davanti alla Prefettura di Bergamo, in via Tasso (9-11) si tiene un presidio durante il quale i rappresentati sindacali chiederanno di venire ricevuti dal Prefetto. Accadrà in molte città del Paese, nell’ambito di una mobilitazione che sarà nazionale.
Nel territorio di Como e Lecco ci sono circa 2.400 tra operai agricoli, florovivaisti, giardinieri a tempo indeterminato e determinato. Gli operai a tempo determinato sono più del 50% del totale: nella provincia di Como raggiungono i 1.600. Il settore Agricolo è presente su territorio comasco e lecchese prevalentemente nella manutenzione del verde, florovivaismo, vivai, agriturismi.
Una buona parte di questi lavoratori si trovano nel settore degli agriturismi, che nel 2021 non hanno ripreso l’attività, spesso sono lavoratori a termine, e ad oggi non hanno diritto a nessun ristoro. Nel florovivaismo, nei vivai e nella gestione del verde si presenta la stessa situazione con un ulteriore, contrazione delle giornate lavorative.
Nel quadro della protesta nazionale, anche a Como, questa mattina dalle ore 09.00 alle ore 11.00, le lavoratrici e i lavoratori agricoli, florovivaisti e giardinieri protestano con un presidio davanti alla sede della Prefettura.
Una delegazione nella stessa giornata sarà ricevuta dal Prefetto di Como per illustrare ulteriormente le motivazioni della protesta della categoria dei lavoratori che rappresentiamo.
A Milano l'appuntamento è adiacente alla Prefettura in Largo 11 settembre dalle ore 9:00 alle ore 11:00.
A Brescia il presidio in piazza Paolo VI dalle 9 alle 11.
Presidi anche a Mantova, Cremona, Pavia, Varese.
Per ora, la mappa dei presidi annunciati si completa con il Piemonte, dove le segreterie regionali di Fai, Flai e Uila rappresentano il disagio di circa 45.000 mila lavoratori agricoli, esclusi dal Decreto Sostegni e da ogni tipologia di ristoro. L'appuntamento è davanti alla Prefettura di Cuneo, dalle ore 10 alle 12.
Il Decreto Sostegni, infatti, riconosce una indennità di 2.400 euro per i lavoratori stagionali e a tempo determinato e di importo variabile per altre categorie, ma come i precedenti decreti non prevede alcun ristoro per i lavoratori agricoli, malgrado abbiano subito le perdite di cospicue giornate di lavoro a causa dell’emergenza Covid.
A questo, si aggiunge la preoccupazione per il riemergere, attraverso alcune dichiarazioni a mezzo stampa, della tentazione di modificare, semplificandola, l’attuale normativa sui voucher in agricoltura, nonostante il contratto collettivo nazionale garantisce già tutta la flessibilità di cui necessitano le Imprese.
Inoltre, lo stallo dei rinnovi contrattuali provinciali, sta evidenziando l’estrema difficoltà nel proseguire le trattative in tutta Italia, ad oggi in nessuna Provincia del Piemonte è stato rinnovato il CPL.
Per questi motivi, le segreterie regionali di Fai, Flai e Uila, hanno da indicazione delle Segreteria Generali Nazionali, indetto presidi davanti alle Prefettura di tutta Italia, noi abbiamo scelto di concentrare il presidio davanti alla Prefettura di Cuneo, in rappresentanza di tutte le Prefetture Piemontesi. In tale occasione verrà consegnato al Prefetto la presente comunicazione, che sarà punto di partenza di una serie di azioni atte a spiegare le richieste di modifica ed integrazioni al Decreto Sostegni.
La presente iniziativa, segue quella del 31 marzo 2021, con presidio delle lavoratrici e dei lavoratori davanti al Senato della Repubblica.
Se non si troveranno risposte positive alle giuste richieste dei lavoratori agricoli nelle prossime settimane, saranno implementate ulteriormente le iniziative di mobilitazione.
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