“In questa manovra non c'è un piano straordinario d’investimenti, e non c'è un’inversione di tendenza rispetto alle politiche sbagliate degli anni passati. Siamo di fronte a una continuità assoluta”. A dirlo è il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, intervenendo oggi (martedì 5 febbraio) alla trasmissione “Radio Anch'io” su Radio 1 Rai. “Siamo di fronte a un calo degli investimenti pubblici, ad esempio per tutto il settore delle ferrovie, visto non c'è solo l'alta velocità. Siamo di fronte anche a un blocco dei cantieri e si continua a pensare, sbagliando, che lasciando fare ai mercati le cose si sistemeranno”. Per Landini il nodo di fondo “è che la linea di politica economica non cambia e non c’è neanche una vera lotta all'evasione fiscale”.
Per dimostrare al governo tutta la propria contrarietà alla manovra, i sindacati hanno organizzato per sabato 9 febbraio una manifestazione nazionale a Roma. “La nostra proposta punta ad affrontare in modo diverso i problemi del Paese, a partire dal problema centrale che è quello di creare lavoro”, spiega Landini: “Noi siamo per un lavoro con diritti, per un lavoro che permetta di non essere povero e di vivere dignitosamente. E il lavoro si crea con gli investimenti: nella manovra, invece, c'è un taglio, una riduzione degli investimenti”.
Il segretario generale della Cgil ha anche rilanciato la proposta di “un nuovo Statuto dei diritti dei lavoratori al passo con i tempi, che includa anche autonomi e partite Iva, stabilendo che le persone hanno stessi diritti e stesse tutele”. La Cgil, come noto, ha raccolto un milione e mezzo di firme e depositato in Parlamento la proposta di legge sulla “Carta dei diritti universali del lavoro”, e chiede “a questo Parlamento e a questo governo di discuterla”. Sempre su quest’argomento, Landini ha ricordato che “il Movimento 5 stelle nel programma elettorale aveva il ripristino dell'articolo 18, ma non mi pare che lo stia facendo. Noi non stiamo chiedendo di tornare allo Statuto dei lavoratori del 1970. Stiamo dicendo di più: ci vuole un nuovo Statuto dei diritti dei lavoratori”.
Nel corso dell’intervista radiofonica il segretario Cgil ha anche affrontato il tema della previdenza. “Nessuno di noi è contrario a permettere che chi ha 62 anni di età e 38 di contributi vada in pensione, ma questo provvedimento è solo uno specchietto per le allodole”, argomenta il leader sindacale: “Serve invece un confronto per avviare una vera riforma strutturale, perché abbiamo bisogno di un altro sistema pensionistico”. Secondo Landini, dunque, anche “dopo le recenti misure su ‘quota 100’, le contraddizioni della legge Fornero rimangono tutte”.