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“A nostro giudizio è una crisi poco comprensibile”, è il primo commento del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dopo l’annuncio del leader di Italia viva, Matteo Renzi, del ritiro delle sue ministre dalla compagine di governo. Intervenendo al programma economico di Rainews24, Landini ha dichiarato che “è singolare che si approvi il piano per il Recovery fund e si annunci il voto allo scostamento di bilancio e poi ci si dimetta dal governo: non è quello di cui ha bisogno il nostro Paese. C’è invece bisogno di dare risposte con il coinvolgimento delle parti sociali”.
Il leader della Cgil chiede che “il governo faccia una discussione esplicita su come andare avanti”, perché questo “è il momento della responsabilità, è il momento di dare soluzioni ai problemi delle persone, come il lavoro, la salute e la sicurezza, senza disperdere l’opportunità storica di fare finalmente riforme e investimenti di cui il Paese ha bisogno”.
Landini si è espresso quindi sul Piano nazionale di ripresa e resilienza approvato dal governo per l’utilizzo delle risorse messe a disposizione dal Recovery fund: “Rispetto alle bozze circolate siamo di fronte a qualcosa di diverso ed è un’utile base per il confronto. Ancora non ci sono stati incontri ufficiali, ma da una prima lettura vediamo che ci sono alcune cose che vanno cambiate e migliorate, come ci sono da definire bene i risultati attesi. È utile l'aumento della quota degli investimenti, mentre ci sembra ancora troppo alta quella degli incentivi e soprattutto bisogna definire i risultati attesi in termini di occupazione per i giovani, le donne e il mezzogiorno. Sicuramente servono scelte che colleghino gli investimenti a una vera politica industriale per il nostro Paese”.
Il leader della Cgil ha poi ribadito come priorità la necessità che “si attivi un confronto con le parti sociali: la riprogettazione deve essere fatta con un processo democratico di coinvolgimento” e cancellando inoltre il lavoro precario, che “è il vero dramma e la fonte di insicurezza delle persone”. Commentando la vicenda di Adriano Urso, il musicista jazz costretto a impiegarsi come rider e morto proprio mentre era al lavoro, Landini ha ricordato l’importanza di non lasciare le persone sole ad affrontare i loro problemi e di come l’accaduto sia la dimostrazione della necessità di porre “il lavoro al centro in modo molto diverso da quanto fatto sino a ora”.
Durante l’intervento televisivo sono stati poi toccati altri temi che il sindacato ritiene siano tra quelli all’apice delle priorità: proroga del blocco dei licenziamenti e riforma degli ammortizzatori sociali. Per domani è confermato l’incontro tra le parti sociali e la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, e in quella sede si discuterà di “come si affronta il problema del blocco, perché con la proroga dello stato d’emergenza sino ad aprile si conferma che non siamo usciti dalla pandemia e quindi si dovrà parlare di come si prolunga lo stop ai licenziamenti. Contemporaneamente bisognerà aprire una discussione per andare verso una vera riforma degli ammortizzatori sociali, incentivando i contratti di solidarietà, la redistribuzione dell’orario di lavoro e la formazione, tenendo presente che tutte le forme di lavoro dovranno essere tutelate allo stesso modo, dal lavoro autonomo a quello a tempo indeterminato”.
Anche per questi motivi il sindacato ritiene importantissimo il confronto sull’utilizzo del Recovery fund in chiave di “ripartenza degli investimenti, perché il problema dei prossimi anni è come si creano lavoro e nuove attività”. Il confronto sarà necessario anche nel caso di utilizzo del Mes, perché “non c’è alcun dubbio sulla necessità di investire sulla sanità pubblica, come il sindacato ribadisce da tempo”.
“Altro grande tema è la riforma fiscale – afferma Landini citando un altro cavallo di battaglia della Cgil –. Se si vuole procedere con gli investimenti, bisogna affrontare il problema della distribuzione della ricchezza. Servono riforme e un intervento sulle grandi concentrazioni di ricchezze nelle mani di pochi. Per ricostruire è necessario avere un’idea di Paese, quindi ognuno si assuma le proprie responsabilità e il governo ci convochi per parlare di Recovery fund, blocco dei licenziamenti, sanità e piano vaccinale”.