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Hanno chiesto un cambiamento nel segno della Costituzione, una società giusta fondata sul lavoro dignitoso e sulla solidarietà, un Paese dove la salute è un diritto di tutti, così come quello all’istruzione e a un ambiente sano e sicuro, un Paese che ripudia la guerra e costruisce la pace.
Associazioni, enti, tra cui la Cgil, singoli cittadini, personalità del mondo della cultura, della scienza, dello spettacolo sono scesi in piazza lo scorso 7 ottobre a Roma nella grande manifestazione nazionale “La via Maestra. Insieme per la Costituzione”.
A distanza di sette mesi i promotori dell’iniziativa fissano un nuovo appuntamento a Napoli sabato 25 maggio alle 13.30 in piazza Mancini (il corteo approderà in piazza Dante) per far sentire la voce di chi vuole difendere la nostra Carta, contrastare i rischi di manomissione, chiederne la piena applicazione.
Situazione peggiorata
L’appello “Per un’Italia capace di futuro. Per un’Europa giusta e solidale” parte dalla considerazione che le condizioni dal 7 ottobre non sono cambiate, anzi, per molti aspetti sono peggiorate: “La situazione internazionale e del Paese si è andata pericolosamente aggravando”, si legge nel documento sottoscritto da oltre 100 organizzazioni della società civile.
È diventato sempre più forte, il rischio di una guerra generalizzata nel mondo: si continua a combattere a Gaza, in Medio Oriente, in Ucraina, in Sudan e in altre aree del pianeta. Cresce il numero dei morti, si allarga la corsa al riarmo.
Europa, ambiente, transizione
“L’Unione Europea invece di essere un fattore di pace e di progresso – si afferma nell’appello -, rischia di perdere il proprio ruolo di inclusione e di cooperazione e con il patto su migranti e asilo smarrisce anche la propria umanità. Sui cambiamenti climatici non c’è inversione di tendenza; anzi si fanno passi indietro mentre aumentano le vittime e i danni, colpendo di più le persone, i lavoratori e i territori fragili. La transizione ecologica va governata, per renderla socialmente giusta, fondata su una nuova qualità del lavoro e dello sviluppo”.
Attacco all’unità del Paese
E in Italia? Stiamo vivendo un momento di forte regressione, in tanti ambiti, e di altrettanti pericoli. Primo fra tutti, l’attacco all’unità del Paese, alla Costituzione e alla democrazia. Tecnicamente si chiamano “autonomia differenziata” ed “elezione diretta del presidente del consiglio”, due riforme che il governo sta portando avanti procedendo con rapidità, ma che nei fatti se approvate causerebbero un acuirsi delle disuguaglianze e mortificherebbero la partecipazione democratica.
Libertà in pericolo
“La libera di informazione, la libertà di manifestare, il diritto al dissenso, l’autonomia della magistratura sono sotto l’attacco di un crescente autoritarismo - si dichiara ancora nell’appello -. Il ruolo dei corpi intermedi è svilito e negato”. Il documento dei promotori de La Via Maestra denuncia una situazione sociale ed economica che è sempre più grave: “Il lavoro è sempre più precario soprattutto per giovani e donne. Basta con le morti sul lavoro: bisogna cambiare radicalmente l’attuale sistema fondato su appalti e subappalti e investire su salute e sicurezza. C’è un’emergenza salari e pensioni, le diseguaglianze e la povertà crescono, il welfare a partire dal diritto alla salute, all’istruzione e all’abitare è sempre più definanziato, in progressivo smantellamento e indebolito dalle privatizzazioni”.
Per non parlare dei diritti sociali e civili, a partire da quelli delle donne, che sono a rischio. Anziché investire sulla giusta transizione e su nuove politiche industriali, si sprecano risorse per opere inutili come il ponte sullo Stretto. E anche sul fronte fiscale non si contrasta l’evasione ma si attuano interventi regressivi come la flat tax.
C’è bisogno di partecipazione
“Il governo non dà le risposte che servirebbero: invece di contrastare queste tendenze, le determina – affermano i promotori de La Via Maestra -. Ecco perché il 25 maggio torniamo in piazza a Napoli. Il nostro Paese ha bisogno di partecipazione, del ruolo delle organizzazioni sociali e sindacali, dei cittadini e delle cittadine che si associano per il bene comune”.
Un solo programma: la Costituzione
Il punto di riferimento resta la Costituzione italiana, che rappresenta il programma politico: democrazia, pace, ambiente, giustizia sociale, lavoro dignitoso sono gli ingredienti fondamentali per dare un futuro sostenibile all’Italia. “Le nostre proposte sono in continuità con la manifestazione del 7 ottobre – concludono le oltre cento associazioni –: chiediamo politiche concrete, risposte puntuali, iniziative rapide per costruire un’Italia capace di futuro, un’Europa giusta e solidale. Il Paese ne ha bisogno, subito”.