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Un discorso preoccupato ma improntato alla speranza, rivolto ai cittadini e non ai politici, con tanti richiami a quanto di più politico ci sia nella vita di tutti i giorni: i valori, la pace, la libertà, l'eguaglianza, la dignità, la democrazia. Sergio Mattarella rivolge il suo nono discorso con rimandi molto concreti, quasi un'agenda politico-istituzionale, ai grandi principi della Costituzione.
La tragedia delle guerre
“La guerra, ogni guerra, genera odio. E l’odio durerà, moltiplicato, per molto tempo, dopo la fine dei conflitti. La guerra è frutto del rifiuto di riconoscersi tra persone e popoli come uguali. Dotati di pari dignità. Per affermare, invece, con il pretesto del proprio interesse nazionale, un principio di diseguaglianza. E si pretende di asservire, di sfruttare. Si cerca di giustificare questi comportamenti perché sempre avvenuti nella storia. Rifiutando il progresso della civiltà umana. Il rischio, concreto è di abituarsi a questo orrore”.
La cultura della pace
“È indispensabile fare spazio alla cultura della pace. Alla mentalità di pace”. “Parlare di pace, oggi, non è astratto buonismo. Al contrario, è il più urgente e concreto esercizio di realismo, se si vuole cercare una via d'uscita a una crisi che può essere devastante per il futuro dell'umanità”. “Sappiamo che, per porre fine alle guerre in corso, non basta invocare la pace. Occorre che venga perseguita dalla volontà dei governi. Anzitutto, di quelli che hanno scatenato i conflitti. Ma impegnarsi per la pace significa considerare queste guerre una eccezione da rimuovere; e non la regola del prossimo futuro”. “Dipende, anche, da ciascuno di noi”.
La lotta alla violenza contro le donne
“La violenza. Penso a quella più odiosa sulle donne. Vorrei rivolgermi ai più giovani. Cari ragazzi, ve lo dico con parole semplici: l’amore non è egoismo, possesso, dominio, malinteso orgoglio. L’amore - quello vero - è ben più che rispetto: è dono, gratuità, sensibilità”.
Basta con il linguaggio d'odio
“Penso alla pessima tendenza di identificare avversari o addirittura nemici. Verso i quali praticare forme di aggressività. Anche attraverso le accuse più gravi e infondate. Spesso, travolgendo il confine che separa il vero dal falso. Queste modalità aggravano la difficoltà di occuparsi efficacemente dei problemi e delle emergenze che, cittadini e famiglie, devono affrontare, giorno per giorno”.
Il problema del lavoro
“Il lavoro che manca. Pur in presenza di un significativo aumento dell'occupazione. Quello sottopagato. Quello, sovente, non in linea con le proprie aspettative e con gli studi seguiti. Il lavoro, a condizioni inique, e di scarsa sicurezza. Con tante, inammissibili, vittime”. “Le immani, differenze di retribuzione tra pochi super privilegiati e tanti che vivono nel disagio”.
Il problema della sanità pubblica
“Le difficoltà che si incontrano nel diritto alle cure sanitarie per tutti. Con liste d'attesa per visite ed esami, in tempi inaccettabilmente lunghi”.
I giovani disorientati
“Rispetto allo scenario in cui ci muoviamo, i giovani si sentono fuori posto. Disorientati, se non estranei a un mondo che non possono comprendere; e di cui non condividono andamento e comportamenti. Un disorientamento che nasce dal vedere un mondo che disconosce le loro attese. Debole nel contrastare una crisi ambientale sempre più minacciosa. Incapace di unirsi nel nome di uno sviluppo globale”. “In una società così dinamica, come quella di oggi, vi è ancor più bisogno dei giovani. Delle speranze che coltivano. Della loro capacità di cogliere il nuovo. Dipende da tutti noi far prevalere, sui motivi di allarme, le opportunità di progresso scientifico, di conoscenza, di dimensione umana”.
Il diritto dei giovani a studiare
“Affermare i diritti significa prestare attenzione alle esigenze degli studenti, che vanno aiutati a realizzarsi. Il cui diritto allo studio incontra, nei fatti, ostacoli. A cominciare dai costi di alloggio nelle grandi città universitarie; improponibili per la maggior parte delle famiglie”.
Il diritto degli anziani a essere rispettati
“Affermare i diritti significa ascoltare gli anziani. Preoccupati di pesare sulle loro famiglie; mentre il sistema assistenziale fatica a dar loro aiuto. Si ha sempre bisogno della saggezza e dell’esperienza. E di manifestare rispetto e riconoscenza per le generazioni precedenti. Che, con il lavoro e l’impegno, hanno contribuito alla crescita dell'Italia”.
Opportunità e rischi dell'Intelligenza artificiale
“Ci troviamo nel mezzo di quello che verrà ricordato come il grande balzo storico dell’inizio del terzo millennio. Dobbiamo fare in modo che la rivoluzione che stiamo vivendo resti umana. Cioè, iscritta dentro quella tradizione di civiltà che vede, nella persona - e nella sua dignità - il pilastro irrinunciabile”.
Più partecipazione, meno social
“Viviamo un passaggio epocale. Possiamo dare tutti qualcosa alla nostra Italia. Qualcosa di importante. Con i nostri valori. Con la solidarietà di cui siamo capaci. Con la partecipazione attiva alla vita civile. A partire dall’esercizio del diritto di voto. Per definire la strada da percorrere, è il voto libero che decide. Non rispondere a un sondaggio, o stare sui social”.
Libertà è futuro
“La democrazia è fatta di esercizio di libertà. Libertà che, quanti esercitano pubbliche funzioni a tutti i livelli, sono chiamati a garantire”. “Prima che un dovere, partecipare alla vita e alle scelte della comunità è un diritto di libertà. Anche un diritto al futuro. Alla costruzione del futuro. Partecipare significa farsi carico della propria comunità. Ciascuno per la sua parte”.
L’unità non si impone con il potere
“La forza della Repubblica è la sua unità. L’unità non come risultato di un potere che si impone”. “L’unità della Repubblica è un modo di essere. Di intendere la comunità nazionale. Uno stato d’animo; un atteggiamento che accomuna; perché si riconosce nei valori fondanti della nostra civiltà: solidarietà, libertà, uguaglianza, giustizia, pace. I valori che la Costituzione pone a base della nostra convivenza. E che appartengono all’identità stessa dell’Italia”. “Uniti siamo forti”.
Landini: “Un grandissimo discorso”
“Un grandissimo discorso. Ci ha indicato con coraggio e con passione la ‘via maestra’ da seguire: la Costituzione e la sua piena attuazione. Grazie Presidente, costruttore di Pace”. Con queste parole il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha commentato il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.